lunedì 18 ottobre 2010

Recensiene: Palazzo Yacoubian

“Palazzo Yacoubian”, di ‘Ala Al-Aswani, edizioni Feltrinelli. La storia è incentrata sulle vicende di una serie di personaggi che vivono e lavorano in uno storico e lussuoso palazzo del Cairo costruito negli anni 30 e forse un po’ decaduto. L’autore, raccontando delle esperienze dei soggetti facenti parte di questo microcosmo e delle loro esistenze che spesso si intrecciano, cerca di portare alla luce alcune caratteristiche della società egiziana e delle sue intime contraddizioni. L’Egitto è quindi trattato dal punto di vista storico e sociale, attraverso il vissuto dei protagonisti del romanzo. Emerge il quadro di una società perennemente sospesa fra modernità e tradizione, retta da una democrazia di facciata, ma in sostanza dominata da una dittatura puntellata da lobbies politiche e religiose potenti e corrotte che tutto possono e che impediscono lo sviluppo sociale e il realizzarsi di ogni reale aspirazione e miglioramento dei singoli anche se meritevoli, i quali, finiscono magari per convogliare le proprie frustrazioni nell’estremismo politico e religioso. Attraverso i temi dell’omosessualità e della condizione femminile, sono svelate le contraddizioni fra moralità di facciata e vizi e inclinazioni private ed emergono i tipici temi di conflitto fra le aspirazioni individuali e il conformismo tipico delle società tradizionaliste e patriarcali. Il romanzo è gradevole e scorrevole, ma la conclusione lascia un po’ sorpresi, la mia impressione è che in un certo senso le vite di alcuni dei personaggi rimangano come sospese e che il lavoro dell’autore risulti parzialmente incompiuto.

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