"E la quarta volta siamo annegati”; di Sally Hayden; titolo originale: “My Fourth Time, We Drowned”; traduzione di Bianca Bertola; edizioni Bollati Boringhieri; Isbn 978-88-339-4136-3.
Il saggio descrive in modo crudo e diretto
le vicissitudini e gli ostacoli che devono affrontare i migranti illegali per
raggiungere l’Europa, attraverso le testimonianze dei protagonisti, spesso in
contatto diretto con l’Autrice, che, in più di un’occasione si è anche
impegnata in un duro lavoro sul campo.
In
particolare, la sua ricerca si concentra sulla rotta mediterranea dei migranti
e si incentra sul ruolo di contenimento svolto dalla Libia e, di conseguenza, è
anche una denuncia “senza peli sulla lingua” delle responsabilità dell’Unione
Europea e, in particolare dell’Italia in quest’area facendo emergere quello che
in fondo tutti sappiamo, ovvero l’approccio cinico e profondamente egoista che
caratterizza le nostre politiche relativamente ai temi dell’immigrazione.
Ciò che viene descritta è una vera e
propria odissea dove pericoli, fame, violenza, sfruttamento, sono il contorno
quasi scontato di un periplo che può durare parecchi anni e che spesso si
conclude con la rinuncia se non con la morte dei protagonisti.
La denuncia dell’Autrice nei confronti delle
politiche migratorie messe in atto dai Paesi Occidentali e, in particolare l’Unione
Europea, è netta e senza appello e non mancano anche critiche pesantissime all'operato
delle principali agenzie che si occupano di rifugiati, a cominciare dalla UNHCR
che, francamente, non ne esce per niente bene.
Il lavoro svolto dall'Autrice e quindi rigoroso,
onesto ed illuminante e non si può che riconoscere che, come cittadini di Paesi
privilegiati dovremmo sviluppare una coscienza più critica rispetto alle
modalità attraverso le quali vengono gestite le politiche migratorie da parte
dei nostri Governi.
Il saggio, tra l'altro, nasconde un vistoso
paradosso, del quale forse l’Autrice non si è accorta; in realtà la sua
denuncia “dimostra” che il sistema repressivo che delega agli “Stati vassalli”
dell’Unione Europea il ruolo preponderante di contrasto e confinamento dei
migranti “funziona”, ovvero, funge in maniera efficace (ancorché disumana) da
deterrente e da “rallentatore” del flusso di migranti.
Ne è una riprova la cronaca recente che riferisce
come la rotta mediterranea abbia perso “attrazione” rispetto ad altre vie,
proprio perché giudicata troppo pericolosa.
Qui di seguito allego un articolo fra i tanti disponibili:
https://www.repubblica.it/cronaca/2024/03/24/news/migranti_canarie_nuova_rotta-422365611/
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