L’Italia non fa bambini e in questo record si distingue come “prima della classe” persino rispetto ad altri paesi sviluppati che, per altro, anche loro arrancano nonostante magari le tante iniziative per mitigare la cosa.
Ora, sappiamo anche che la denatalità sicuramente può essere un problema, perché creare scompensi in sistemi, come quello previdenziale, che ancora soggiacciono a regole sbagliate che prevedevano un rapporto virtuoso fra generazioni di giovani lavoratori e percettori di redditi pensionistici; in attesa dei correttivi, ci tocca quindi trovare “soluzioni tampone”. Sappiamo anche che una Società anziana ha anche un sacco di altri problemi; tende ad annichilirsi, a non innovare, a rimanere statica, ecc., ecc., soprattutto … è banalmente “triste”!
Di per sé però, a me sembra
incredibile che non si riconosca che la denatalità sia solo di per sé un
“fenomeno” che, come tale, vada semplicemente accettato e non necessariamente
ostacolato. Semmai, quindi, il dibattito dovrebbe spostarsi sul come evitare o
almeno attenuare gli aspetti non voluti collegati a tale trend, ma si dovrebbe
invece riconoscere che il non fare figli sia un diritto sacrosanto e
rispettabilissimo di ogni individuo (o coppia che sia!).
Intanto diciamolo, parlando anche di situazioni socio economiche virtuose e non
solo di scenari di crisi, secondo me si può incentivare la natalità in mille
modi, ma difficilmente si riuscirà a convincere i giovani (soprattutto le
donne) a fare molti (troppi?) figli. Diciamolo, i figli si fanno “poco” e
“tardi” perché non sempre sono il principale obiettivo di vita di chi ha
studiato, vuole emergere in altri ambiti e, magari (perché no?), vuole
divertirsi il più possibile e, magari, evitare di prendersi troppe
responsabilità. Fare i genitori dà infatti un sacco di soddisfazioni ma anche
non poche grane, costi, impegni e limitazioni e quindi non è per nulla scritto
che uno ci debba tenere per forza a fare l’esperienza. Per descrivere la cosa
con un’immagine, io sono ragionevolmente convinto che, se fossimo immortali o,
almeno, avessimo la garanzia di vivere veramente a lungo giovani ed in salute,
i figli non li faremmo per nulla o sarebbero eventi gestiti con il contagocce!
In altre parole, i figli non li
facciamo perché, appena appena affrancati dai non auspicabili scenari di vita
che Madre Natura ci aveva prospettato nei secoli precedenti, siamo
diventati consapevolmente individualisti e edonisti e, francamente, non c’è
neanche nulla di male nell'essere così! I figli invece li facciamo
perché capiamo, banalmente, che, seppur migliore di prima, la vita
"bella" rimane penosamente corta e pertanto, da anziani e mentre lo
si diventa, vale la pena provare a dargli un senso che vada al di là delle
quattro cretinate che, di solito, ci piace fare e che ci piacerebbe continuare
a fare all'infinito anziché imbarcarci in attività che sappiamo esser
assai più vincolanti ed impegnative... come, ad esempio, occuparsi della prole!
Arriviamo al punto quindi:
1) 1) Non
fare figli NON è un problema, ma una scelta. Possiamo incentivare chi ha voglia
di farli, ma difficilmente ci si muoverà significativamente da questi ritmi di
(de)crescita.
2) 2) Fare
caterve di figli ora, NON è la soluzione immediata alla maggior parte dei
problemi che pone ORA la denatalità. Se infatti stiamo pensando alle nostre
pensioni, alla necessità di innovare, allo svecchiamento della nostra società, ecc., ecc. …, la soluzione NON è fare bebè, ma “importare” giovani (soggetti fra i venti e
i trentanni, per capirci!) ed evitare che quelli che abbiamo scappino via all'estero!
… tutto molto semplice quindi!
... e smettiamo almeno di parlare di "sostituzione canina" per favore.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.