"Il mangiatore di pietre”; di Davide
Longo, edizioni universale economica Feltrinelli; Isbn 9788807888120.
Premetto che di solito non leggo gialli,
quindi non ho idea di quanto il mio giudizio possa effettivamente “valere”,
anche perché, forse per deformazione mentale, più che alla storia, mi sono
incuriosito riguardo al contesto storico, sociale e geografico.
Diciamo in sintesi, però, che a me questo
libro è piaciuto. Mi è piaciuta innanzitutto l’ambientazione, perché il tutto
si svolge chiaramente in Val Varaita (con qualche “licenza poetica”
relativamente ad alcuni posti in cui non mi ritrovo?), territorio in provincia
di Cuneo, al confine fra Italia e Francia; luoghi che amo e che conosco molto bene.
Tempo e personaggi sono poi collocati in un contesto storico imprecisato che ho
trovato un po’ difficile da definire (anni Ottanta? Anni Novanta del Novecento?),
forse volutamente sfuocato, velato di sfumature arcaiche relativamente alla
vita di montagna e che sembra persino appartenere ad un periodo precedente a
quello in cui si svolgono i fatti; ciò, a parer mio, ha conferito un certo
fascino e un contenuto un poco fantasmagorico alla storia.
La vicenda in sé poi non è né scontata
né noiosa e diventa via via più interessante a mano a mano che si avanza nel
racconto e si svelano meglio personaggi e protagonisti.
Bello quindi! Non mi resta dunque che
ringraziare chi mi ha permesso di uscire dai miei soliti schemi più legati alla
saggistica. Grazie Marianto!
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.