Beh! Peccato non aver scritto questo post prima, sarebbe infatti stato di una certa consolazione sapere che le previsioni che facevo si sono perfettamente realizzate.
In sintesi (come previsto, ma
questo era facile!), la destra ha stravinto per la larga affermazione di
Fratelli d’Italia dopo una campagna elettorale che ha visto Giorgia Meloni come
protagonista assoluta che ha completamente offuscato alleati ed avversari;
dunque, c’è una sola vincitrice, lei! Alla
fine, tocca pure farle i complimenti, brava! In un contesto di affermazioni
opache e di equilibrismi assai precari lei, invece, ha detto chiaramente la sua
e, evidentemente, ha convinto.
A lei i miei migliori auguri ... e speriamo, fra tutti, di cavarcela! Visto che, in fondo, siamo tutti sulla stessa barca.
Gli altri, a parte il Movimento 5 Stelle, che
sotto la guida di Conte ha dimostrato di essere ancora forza vitale e,
soprattutto, santo patrono delle distribuzioni “a pioggia”, sono invece tutti
dei perdenti.
Non parliamo della Lega di Salvini
che è stata trascinata a fondo dal suo leader, ormai chiaramente percepito,
presumibilmente anche da molti dei suoi colonnelli e supporter, come un, buffone
inaffidabile e, in più, prezzolato o quantomeno fortemente influenzato dalla
Russia di Putin (che proprio, ad oggi, non gode di grande stima).
Forza Italia non ha chiaramente
più nulla da dire, è stata svuotata dalle sue poche personalità di un certo
spessore e si sta spegnendo per il progressivo processo di senescenza che caratterizza
il suo leader e il suo elettorato.
I grandi artefici della loro
stessa sconfitta sono però, in primo luogo il PD (per il quale, a malincuore ho
in“utilmente” votato!) e, secondariamente, Azione di Calenda (e Renzi). Solo
alleandosi, superando le differenze (non troppe, al vero, al netto dei meri
formalismi) e reciproci asti avrebbero potuto avere una chance per queste
elezioni, il bello è che lo sapevano benissimo, ma hanno preferito litigare come
“checche isteriche” (mi si scusi la definizione poco inclusiva e certamente "non corretta"!) buttando a
mare le già esigue possibilità di vittoria e le basi future come raggruppamento
stabile e veramente rappresentativo della maggioranza silenziosa.
Fra le due coalizioni le vere responsabilità
sono però diverse e, alla fine, tocca ammettere che sia il PD di Letta il
massimo artefice del solito suicidio dell’area moderata (smetterò di definirla
di “sinistra” perché proprio non è tale!) e della nascente, e già morta in
culla, area “liberal” chiaramente di centro (e forse anche un po’ di “sinistra”).
A mio avviso, il peccato mortale del PD è dei suoi leader e quello di essere
chiaramente dei soggetti bisognosi di psicoterapia non riuscendo ancora ad
accettare il loro ruolo di agenti politici di centro (e al più, moderatamente
di sinistra) assegnatogli dalla Storia e rincorrendo ancora i velleitari sogni rivoluzionari
della gioventù e le scomode alleanze degli ultimi barricaderi di estrema
sinistra, carismatici e convincenti come la mummia di Lenin in decomposizione a
Mosca nonché, ammettiamolo, dal loro punto di vista coerentemente, in disaccordo su qualsiasi punto di programma che
un medio elettore del PD ritenga ormai ragionevole.
In sintesi, il PD ancora non capisce
che il suo elettorato è oramai di sua natura “borghese”, neanche troppo liberal
e persino un po’ conservatore, soprattutto su una serie di temi spinosi quali,
ad esempio, l’ordine pubblico e l’immigrazione e magari solo un po’ più aperto del
suo omologo un po’ più destrorso, seppur distrattamente, su temi come l’omosessualità
e le droghe leggere; in ogni caso, certamente non disposto a sfilare al Gay Pride
se non per puro ed istintivo afflato festaiolo magari carburato da uno spritz
di troppo, non ostile ma non disposto ad immolarsi per il DDL Zan, ma soprattutto, pronto a tornare
comunque solidamente ancorato a capisaldi più pragmatici come l’europeismo, l’economia,
le finanze e la politica fiscale. Un soggetto che magari si divide fra la
lettura di Repubblica e, non incoerentemente (dal suo punto di vista), del
Corriere della sera ma che, all'occasione posa gli occhi sul Sole 24 ore, ma
anche sul Post. Per dirla con una definizione che sicuramente aggraverebbe i
problemi psicologici dei suoi leader, l’elettore medio PD, al netto del
progresso sociale avvenuto nel frattempo, potrebbe collocarsi perfettamente
nell'area che, al tempo della “prima repubblica” era occupata dal penta partito
e persino dalla sinistra DC! ... in ogni caso ad anni luce da tentazioni neo-maoiste,
staliniste, leniniste, ecc., ecc.
L’elettore PD è quindi un pantofolaio
come il sottoscritto o, nei migliori casi, un giovane con la testa sul collo
che pensa si futuro ecologico del pianeta ma soprattutto a quello lavorativo in Italia e vorrebbe tanto evitare di andare
a lavorare in Germania (almeno per la dieta!) e che, se lo può permettere, fa volentieri l'Erasmus e che, pertanto, alla sua
compagine elettorale chiede lungimiranza, moderazione, serietà, assennatezza e rigore quando
serve; tutti valori che dunque, in sintesi, sono assolutamente sovrapponibili a
quelli dell’area di centro-destra a sconto di qualche differenza, grande a
parole e piccola nella sostanza su alcuni temi “pruriginosi” dei quali si fa
spesso bandiera ma che, in fondo in fondo, non costituiscono veramente gli
aspetti che interessano la maggioranza di suddetti elettori.
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