giovedì 2 aprile 2020

L'idea di Europa: fra tramonto e rilancio



Lacrime di coccodrillo?

Da europeista convinto in questi giorni di emergenza vivo anche una profonda crisi ideologica; sento che la mia passione per l’Europa si sta spegnendo.

Per anni, di fronte alle provocazioni più o meno fondate dei “sovranisti” mi sono detto che le loro critiche erano frutto di ignoranza, o peggio, di meschini tatticismi per guadagnare consensi a livello locale; ho finto di non vedere il prosperare di una casta burocratica privilegiata, saccente, snob, super pagata e sprecona che, nel migliore dei casi, appare ai più come un comitato di affari,  ma che spesso si staglia lontanissima dai problemi della gente e dei Paesi in difficoltà; ho tollerato la spogliazione della Grecia (anche in quel caso sono arrivate scuse tardive! … intanto però il proverbiale “buco in più nella cintura” se lo sono fatti i greci!); ho vissuto con sofferenza la troppa tolleranza di “casta” verso l’ingrata élite inglese e verso l’Inghilterra, partner da sempre persa nei suoi personalismi e mai leale e solidale verso la UE; ho subito a testa china le critiche dei sempre perfetti cugini del “Nord”, sempre pronti ad anteporre le regole della finanza rispetto a quelle della solidarietà ma sempre estremamente attenti a difendere i propri interessi economici.

E ora, anche nel momento dell’emergenza sanitaria cosa fanno i nostri partner? Prima minimizzano, snobbano e criticano … perché certo, ai loro occhi, noi in fondo rimaniamo cialtroni italiani, perennemente sospetti, irrimediabilmente “mediterranei”, cronicamente disorganizzati ed irresponsabili, un popolo evidentemente da catechizzare e da mettere sotto tutela … come i greci appunto! Poi, dopo che viene fuori che, “sì in fondo un problema c’è” e colpisce tutti, mica solo quei cretini degli italiani, cosa fanno? Niente (a parte qualche blocco delle nostre frontiere e sequestro di forniture a noi destinate!) … almeno per un bel po’! E adesso, come “da programma” arrivano le scuse … meglio tardi che mai!

E da dove vengono invece gli aiuti? Da loro? Nooo! In primis, letteralmente dall'altro capo del mondo, dai nostri sedicenti antagonisti culturali cinesi, poi da cubani, dai piccoli ed orgogliosi albanesi … persino dalla gelida Russia! … Questo fa pensare.

Amo l’Europa e i suoi popoli (e molte sono le persone comuni che, da parte loro ci hanno trasmesso il loro supporto morale), apprezzo la libertà di movimento, la moneta unica, questo sentirsi a casa anche a Parigi o a Madrid; ma ho perso fiducia nella sua classe politica e nel suo programma. Così non va! Se vogliamo veramente un continente unito dobbiamo cambiare approccio e spostare il focus da un progetto che vede protagonista solo l’economia e la moneta ma che lascia indietro la società civile, il bene comune, l’etica e la cultura.

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