La vittoria netta del centro – sinistra
in Emilia-Romagna è un’ottima notizia per una serie di ragioni:
) 1) Per
la prima volta, da molto tempo, sembra affermarsi nuovamente una tipologia di
voto moderato e che mira ad instaurare un clima politico pro attivo. In questa possibile
tendenza forse, effettivamente hanno pesato le “sardine”, come sembrano anche
suggerire i commenti a caldo di Zingaretti. Certo è che, almeno dal punto di
vista mediatico, gli espliciti riferimenti ai temi dell’apertura, della conciliazione
e della partecipazione sembrano aver giovato.
Una maggiore sobrietà
e oculatezza nel voto sembra anche confermata non solo dal mancato “sfondamento”
del centro-destra ma anche dal calo vertiginoso dell’M5S che paga,
probabilmente, la sua scarsa affidabilità e che perde consensi non appena comincia
ad incrinarsi il clima di antagonismo generalizzato legato all’”anti-politica”.
2 2) L’M5S paga anche la sua trasversalità e la sua
frammentazione che si traduce nell'incapacità cronica di governare senza
scontentare almeno una parte consistente della propria base di supporto. Al di
là di questa sua caratteristica intrinseca, il Movimento alla prova dei fatti,
non è sembrato veramente capace di governare e, soprattutto, sembra incapace di
esprimere leader competenti o, quando lo fa, sembra aver sviluppato la propensione
ad espellerli o a emarginarli a discapito di elementi che appaiono quantomeno folcloristici
ma sicuramente non autorevoli.
3 3) Tutto
ciò rinforza il Governo che, magari non eccelle, che magari non riesce a trovare
la via di uno sviluppo sostenuto (in effetti, per quello servirebbe tempo e un
consenso ben più stabile e numeroso di quello che attualmente lo sostiene!), ma
che qualcosa fa e che, in ogni caso, sembra un po’ meno impresentabile di come
era nell'era giallo – verde.
Tutto bene quindi?
Non tanto!
Intanto, questo “risveglio”
potrebbe essere un fenomeno effimero, soprattutto se la classe politica neoeletta non
dimostrerà di meritare la fiducia accordatagli, il malcontento ricomincerà a
crescere.
Guardando più a Sud invece,
bisogna invece prendere atto dei risultati della Calabria che sono di segno
decisamente contrario.
Senza offesa per il meridione d’Italia,
sembra quasi che quelle terre rimangano sempre indietro di almeno un ciclo rispetto
al resto d’Italia; quando da altre parti cominciano a profilarsi il cambiamento,
laggiù ci si immerge completamente nella tendenza precedente.
Per guardare al bicchiere mezzo
pieno, anche qui però, qualcosa di buono forse c’è.
In primo luogo, l’eletta è una
donna (complimenti 😊!) e questo è già un piccolo ma significativo
cambiamento per una terra quasi orgogliosa del suo tradizionalismo di matrice
patriarcale; in secondo luogo, si tratta di una candidata di Forza Italia che,
in fondo, finisce per essere la componente politica della destra più moderata e
più propensa a logiche collaborative.
Staremo a vedere!
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