lunedì 27 gennaio 2020

Elezioni regionali 2020: Un bilancio a caldo


La vittoria netta del centro – sinistra in Emilia-Romagna è un’ottima notizia per una serie di ragioni:

)      1) Per la prima volta, da molto tempo, sembra affermarsi nuovamente una tipologia di voto moderato e che mira ad instaurare un clima politico pro attivo. In questa possibile tendenza forse, effettivamente hanno pesato le “sardine”, come sembrano anche suggerire i commenti a caldo di Zingaretti. Certo è che, almeno dal punto di vista mediatico, gli espliciti riferimenti ai temi dell’apertura, della conciliazione e della partecipazione sembrano aver giovato.
Una maggiore sobrietà e oculatezza nel voto sembra anche confermata non solo dal mancato “sfondamento” del centro-destra ma anche dal calo vertiginoso dell’M5S che paga, probabilmente, la sua scarsa affidabilità e che perde consensi non appena comincia ad incrinarsi il clima di antagonismo generalizzato legato all’”anti-politica”.
2  2) L’M5S paga anche la sua trasversalità e la sua frammentazione che si traduce nell'incapacità cronica di governare senza scontentare almeno una parte consistente della propria base di supporto. Al di là di questa sua caratteristica intrinseca, il Movimento alla prova dei fatti, non è sembrato veramente capace di governare e, soprattutto, sembra incapace di esprimere leader competenti o, quando lo fa, sembra aver sviluppato la propensione ad espellerli o a emarginarli a discapito di elementi che appaiono quantomeno folcloristici ma sicuramente non autorevoli.
3    3) Tutto ciò rinforza il Governo che, magari non eccelle, che magari non riesce a trovare la via di uno sviluppo sostenuto (in effetti, per quello servirebbe tempo e un consenso ben più stabile e numeroso di quello che attualmente lo sostiene!), ma che qualcosa fa e che, in ogni caso, sembra un po’ meno impresentabile di come era nell'era giallo – verde.

Tutto bene quindi?
Non tanto!
Intanto, questo “risveglio” potrebbe essere un fenomeno effimero, soprattutto se la classe politica neoeletta non dimostrerà di meritare la fiducia accordatagli, il malcontento ricomincerà a crescere.
Guardando più a Sud invece, bisogna invece prendere atto dei risultati della Calabria che sono di segno decisamente contrario.
Senza offesa per il meridione d’Italia, sembra quasi che quelle terre rimangano sempre indietro di almeno un ciclo rispetto al resto d’Italia; quando da altre parti cominciano a profilarsi il cambiamento, laggiù ci si immerge completamente nella tendenza precedente.

Per guardare al bicchiere mezzo pieno, anche qui però, qualcosa di buono forse c’è.
In primo luogo, l’eletta è una donna (complimenti 😊!) e questo è già un piccolo ma significativo cambiamento per una terra quasi orgogliosa del suo tradizionalismo di matrice patriarcale; in secondo luogo, si tratta di una candidata di Forza Italia che, in fondo, finisce per essere la componente politica della destra più moderata e più propensa a logiche collaborative.

Staremo a vedere!


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