mercoledì 11 dicembre 2019

Recensione: La bomba – Cinquant’anni di Piazza Fontana


“La bomba – Cinquant'anni di Piazza Fontana” di Enrico Deaglio, edizione Feltrinelli, ISBN: 978-88-07-07049-5.

Il 12 Dicembre 1969 scoppiava un ordigno nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura di Piazza Fontana, in pieno centro di Milano.
L’attentato fece 17 morti e decine di feriti (circa novanta) e fu, inizialmente attribuito agli anarchici.

Successivamente, molto, moltissimo tempo dopo, posto che l’ultimo processo della Cassazione risale al 2005, venne chiarito che l’attentato fu opera di Franco Freda e Giovanni Ventura, appartenenti ad una cellula del gruppo neofascista di Ordine Nuovo … che non furono condannati in quanto già assolti precedentemente dalle medesime accuse da una sentenza definitiva della Corte di Cassazione del 1987!

All'epoca però, alcuni anarchici furono (anche troppo) prontamente arrestati; fra questi, il “Mostro” Pietro Valpreda, “inchiodato” da una testimonianza inattendibile e smaccatamente pilotata dagli inquirenti. Rimase in prigione per 3 anni in attesa di processo e venne definitivamente prosciolto solo nel 1987.

Ma la diciottesima vittima conclamata della strage, forse la più famosa, fu Giuseppe Pinelli, un ferroviere anarchico, in quel momento solo convocato in questura, che “cadde” giù da una finestra di un piano alto dell’edificio. Come avvenne questo “incidente” non fu mai chiarito con precisione, ma ad oggi risulta chiaro, quantomeno a chi si è interessato al caso, che egli, più precisamente, “fu spinto” giù nel corso di un interrogatorio.

Della bomba, opera di un gruppo di estrema destra strettamente connesso e coperto da una sezione speciale delle nostre forze di polizia (il famigerato “Ufficio Affari Riservati”)  e della grandissima influenza che essa ebbe nel contesto della cosiddetta “strategia della tensione”, oggi si sa tutto (se non si vuole fare finta di niente) e l’Autore ce ne fa un resoconto perfetto riportandoci al clima di quegli anni e dei decenni successivi nel corso dei quali l’Italia e la nostra gracile democrazia pagarono il conto con la storia.
Adesso è chiaro infatti che la nostra società civile rimase lungamente soffocata e compressa da apparati amministrativi, di pubblica sicurezza e da una magistratura largamente ereditati e non epurati dal precedente regime fascista, diretti da una classe politica dirigente ignorante, conservatrice, corrotta e retrograda, talmente ossessionata dalla paura del cambiamento da cercare di soffocarlo ad ogni costo, anche servendosi di metodi eversivi e mafiosi.

Spesso si ha persino l’impressione che questa storia non sia mai veramente finita.

Questa quindi è un’opera assolutamente da leggere, che più che un saggio dovrebbe diventare un testo scolastico per spiegare ai giovani studenti la realtà di quegli anni e, soprattutto per comprendere il perché e come siamo qui.

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