“Sovietistan – Un viaggio in Asia Centrale”,
titolo originale: “Sovjetistan. En reise giennom Turkmenistan, Kasakhstan,
Tadsjikistan, Kirgisistan, og Usbekistan”, di Erika Fatland, traduzione di Eva
Kampmann, edizioni Marsilio, 978-88-317-2783-9.
Spesso, poco si sa dell’Asia Centrale e
dei Paesi che attualmente per lo più la ricomprendono: Turkmenistan, Kazakistan,
Tagikistan, Kirghizistan e Uzbekistan, tutte repubbliche ex-sovietiche. Nell’immaginario
di molti quello è sempre stato un territorio di passaggio, liquido e poco
definito, del quale, in sintesi, si conosce e trapela quasi nulla; vuoto quanto
vasto. Forse fanno eccezioni alcuni nomi come: la Via della Seta, l’esotica
Samarcanda (… a proposito, si trova in Uzbekistan!), il lago d’Aral (quel che ne
resta è diviso fra il Kazakistan e l’Uzbekistan!) oppure il mitico fiume Oxus (l’Amu
Darya), guadato dall’esercito di Alessandro Magno lanciato alla conquista dell’Asia.
Ben più spesso però, è assai difficile farsi venire in mente quali possano
essere i nomi delle principali città di questa vastissima regione o, riuscire
ad aver un’idea della collocazione, delle caratteristiche geografiche, dei
popoli, delle risorse e dei confini di ognuno di questi Paesi.
E dire che molti di loro stanno acquisto una
crescente importanza geopolitica in virtù delle ingenti risorse che controllano
o, anche solo, in funzione della loro posizione geografica. Ciò, tra l’altro,
li ha posti inesorabilmente al centro dei grandi eventi che hanno
caratterizzato la storia asiatica recente (si pensi ad esempio, alle guerre Afghane)
e, in maniera forse più sottile ma pervasiva, ne ha fatto soggetti
co-protagonisti di una moderna versione del “Grande Gioco”.
Ecco quindi che giunge provvidenziale
questo splendido resoconto di viaggio della giornalista Erika Fatland che
mischiando elegantemente storia, politica, cultura, curiosità e colore locale
finisce per dissipare un po' del mistero che avvolge queste terre e,
soprattutto, ci riporta alla consapevolezza dell’importanza di quella che è da
sempre la cerniera o, forse meglio, la cinghia di trasmissione del continente
Euro-Asiatico.
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