Serie “Berlin”, di Fabio Geda e
Marco Magnone, edizioni Mondadori:
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I fuochi di Tegel, ISBN 978-88-04-65772-9
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L’alba di Alexanderplatz, ISBN 978-88-04-66089-7
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La battaglia di Gropius, ISBN 978-88-04-66488-8
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I lupi del Brandeburgo, ISBN 978-88-04-67462-7
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Il richiamo dell’Havel, ISBN 978-88-04-67987-5
La serie è ambientata nella
Berlino della seconda metà degli anni settanta del novecento; in un’epoca in
cui esistevano due Germanie, quella “Federale” e quella “Democratica”, e due
Berlino: “Est” e “Ovest”, divise da un muro che separava due mondi diversi e
due culture altrettanto distinte (lo dico per i nostri figli, non per noi “baby
boomers” che abbiamo vissuto tutto ciò!).
Un virus mortale si diffonde
incontrollato e uccide tutti gli adulti ma risparmia i ragazzi (almeno fino a
che rimangono tali!), che devono arrangiarsi a sopravvivere senza i “grandi”, con
le loro sole forze, in una città abbandonata e in rovina dove la natura ha
ripreso il controllo dell’ambiente urbano. Per tirare avanti si uniscono in
gruppi, vere micro società in miniatura, ognuna con la sua cultura, le sue
regole, i suoi riti i suoi leader, le sue dinamiche di vita e di potere.
L’idea non è proprio nuova; per
la cronaca, mi ricordavo di averla già incontrata in gioventù in uno dei primi
episodi di Star Trek (da una rapida ricerca su internet, pare trattasi di “Miri”,
uno degli episodi della prima stagione storica!); ho anche un vago ricordo di
una serie tivù degli anni settanta (“I sopravvissuti”) che parla, appunto delle
traversie di un gruppo di persone che lottano per sopravvivere in un mondo post
pandemia … in questo caso però, la malattia non era stata selettiva nei
confronti di ragazzi e adulti! … a parte ciò, l’ambientazione mi è comunque
apparsa ben realizzata, interessante e originale.
In sintesi, fino ad adesso (primi
cinque libri della serie) il ciclo risulta abbastanza ben riuscito ed
interessante, temo però che tenda a conformarsi ai nuovi format e quindi tirare
troppo per le lunghe (ho ancora da smaltire la sindrome da “Trono di Spade”!),
invito quindi gli Autori alla saggezza e alla moderazione … perché è bene che,
ad un certo punto le cose finiscano.