“Tre camerati”, titolo originale:
“Drei Kameraden“, di Erich Maria Remarque, traduzione di Chiara Ujka, edizioni
Neri Pozza, ISBN 978-88-545-0705-0.
Ultimo romanzo della trilogia iniziata
con “Niente di nuovo sul fronte occidentale” per proseguire con “La via del
ritorno”. Il romanzo si svolge alla fine degli anni venti in una Germania
flagellata dal dissesto economico, dalla disoccupazione e dal progressivo
inasprimento dello scontro politico. Tre ex combattenti la cui amicizia si è
cementata nelle trincee della Grande Guerra sbarcano il lunario cogestendo
un’officina meccanica e guidando taxi per arrotondare i magri guadagni. Intorno
a loro, una comunità di reduci e di emarginati che, in un senso o nell’altro,
costituiscono quasi una famiglia. Nella vita randagia e priva di obiettivi di
uno di essi entra una donna che offre al protagonista la dirompente
discontinuità di una grande storia di amore. La nuova arrivata, ben lungi dal
turbare il clima di amicizia, reciproco sostegno e comprensione che accomuna i
tre protagonisti e la comune ad essi collegata, finirà per cementarne
ulteriormente la coesione facendo risaltare ulteriormente il grande senso di appartenenza
e lo spirito di corpo di questi ex commilitoni.
Nel romanzo permangono i temi principali
già emersi ne “La Via del Ritorno”; la vita dei reduci rimane inesorabilmente
condizionata dalle esperienze della guerra; abituati a sopravvivere alla
giornata e ad accontentarsi di un’esistenza precaria essi trovano impossibile
pianificare le proprie vite e ragionare in termini di “futuro”. Il
reinserimento in una vita normale è anche precluso dalla forte instabilità
politica ed economica che mina ogni possibilità di sottrarsi ad una esistenza
“alla giornata”; pertanto, solo il legame fra camerati, unico elemento positivo
emerso dall’esperienza totalizzante del conflitto che, per altro, ha distrutto
ogni sensazione e ragione di normalità, si erge a collante e ancoraggio per
personaggi che, da soli, sarebbero condannati ad un inesorabile naufragio.
Insieme invece, la compagnia di reduci
combatte un altro genere di guerra contro le comuni avversità di una società
che non sa offrire nulla né ad essi, né agli altri. I protagonisti, quasi con
naturalezza, finiscono per compiere atti di generosità e solidarietà che
sfiorano l’eroismo e che non possono che commuovere.
Personalmente ho trovato che, dei tre
romanzi della trilogia “Tre camerati” sia forse quello che mi è piaciuto di
meno. Con questo però, intendo dire che, dopo due autentici capolavori, è
seguita una terza opera che è “solo” molto bella!
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