“’Il mito della dieta: la
vera scienza dietro a ciò che mangiamo”, titolo originale: “The Diet Myth: The
Real Science Behind What We Eat”, di Tim Spector, traduzione di Francesca Pe’,
edizioni Bollati Boringhieri, ISBN: 978-88-339-2691-9.
L’Autore, docente di
epidemiologia e ricercatore genetico, in particolare dedito allo studio dei
gemelli, ha incentrato questo saggio sul complesso rapporto che sussiste fra i
nostri geni, l’alimentazione e la nostra numerosa popolazione di ospiti
microbici.
Riguardo
all’alimentazione, solo ultimamente si comincia a tenere conto dell’importanza
e delle complesse iterazioni fra la nostra flora batterica e le nostre
abitudini, ivi incluse soprattutto, ma non esclusivamente, quelle alimentari. Nel
contempo, non sono pochi gli studi scientifici che ormai si soffermano
sull’importanza del nostro sistema gastro-intestinale. Esso ormai viene
considerato alla stregua di un secondo cervello sia in virtù della sua
complessità sistemica, sia ai fini della sua importanza per il controllo delle
funzionalità organiche e, in particolare, del sistema immunitario. Infine,
risulta sempre più chiara la relazione esistente fra il nostro benessere fisico
e la numerosa popolazione di “microbi” benevoli o potenzialmente patogeni che
vivono in costante simbiosi con noi, ma che in particolare, rivestono un ruolo
fondamentale nel regolamento della nostra digestione. Proprio ad essi, a questi
piccoli ma fondamentali ospiti è dedicato questo saggio che ne pone in
evidenzia l’importanza e che ha l’ambizione di stimolare il lettore ad una
gestione più consapevole del proprio specifico “zoo” e a spingerlo a ricercare
attraverso la “dieta” un “parterre” favorevole ad arricchirne la biodiversità
promuovendo soprattutto lo sviluppo delle varietà benefiche.
E' opportuno sottolineare che l’Autore utilizza il
termine “dieta” più con il significato di “regime alimentare” rispetto a quanto
venga utilizzato per “regime dimagrante” (ma anche quest’ultimo argomento
finisce per essere ampiamente preso in considerazione all’interno dell’opera), di conseguenza, buona parte del saggio è dedicata a sfatare i non pochi luoghi comuni che
caratterizzano, la nostra sempre più scarsa cultura alimentare. L’Autore non si
astiene dal formulare una pesante condanna della moderna industria del settore,
spesso direttamente responsabile di disturbi di origine alimentare divenuti
ormai epidemiologici (come ad esempio il diabete) e comunque spesso
consapevolmente impegnata in attività di disinformazione; ma tende anche a
ridimensionare le aspettative di moltissimi regimi alimentari cosiddetti
“salutistici”. Il messaggio centrale è quello di differenziare il più possibile
la nostra dieta e, soprattutto di “ascoltarci”, ovvero di ricercare con maggior
attenzione quegli alimenti che personalmente sembrano esserci maggiormente benefici, perché, in estrema sintesi, non esiste un solo modo per alimentarsi correttamente,
ma ognuno deve e può ricercare la propria personale ricetta per ottenere un
maggior benessere e, non dimentichiamolo, più soddisfazione da ciò che mangia.
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