“Disuguaglianza – Che cosa
si può fare?”, titolo originale: “Inequality. What can be done?” Anthony B.
Atkinson, traduzione di Virginio B. Sala, editore Raffaello Cortina, ISBN:
978-88-6030-788-0.
La disuguaglianza di
reddito e di opportunità, dopo un periodo di calo relativo avvenuto per buona
parte del novecento è di nuovo in crescita quasi dappertutto. La svolta, nei
paesi industrializzati è avvenuta, un po’ ovunque, a partire dagli anni ottanta
del medesimo secolo e a partire da allora, il fenomeno appare inarrestabile e
quasi “naturale” perché ritenuto intrinsecamente legato alla globalizzazione.
La crescente
polarizzazione della ricchezza è ormai un fattore ampiamente visibile e
misurabile attraverso indicatori specifici quali il noto e forse abusato coefficiente
di Gini. Questo fenomeno è pertanto oggetto di ampi dibattiti politici, non
solo relativamente al tema scontato dell’equità, ma soprattutto, perché non
sono pochi quelli che ne temono le ripercussioni negative sulla vita
democratica e sulla stabilità e coesione delle nostre società civili.
Nel corso dell’opera,
l’Autore sviluppa un’analisi pragmatica e intelligente che, unisce sia aspetti
teorici, sia proposte pratiche e che, in un certo senso, si integra alla
perfezione con un altro saggio di recente grande successo mediatico, “Il
capitale nel XXI° secolo” di Thomas Piketty.
Atkinson mette insieme
una precisa analisi storica e statistica dei fattori che hanno inciso e possono
modificare il livello della diseguaglianza e cerca di dimostrare, secondo il
mio parere, con successo, che la montante sperequazione non è un fenomeno ineluttabile
legato a fattori esogeni incontrastabili. Secondo l’Autore ad essa ci si può e
ci si deve opporre, e tale risultato può essere ottenuto attraverso l’applicazione
di specifiche politiche redistributive.
Buona parte del saggio
è quindi dedicato ad illustrarne alcune attraverso una precisa ricetta di
politica socio-economica costituita da una serie di proposte, soprattutto di
natura fiscale, tra di esse interdipendenti ma non necessariamente da applicare
“in toto”. Devo ammettere che non tutte mi hanno pienamente convinto, ma aggiungo
che, nel complesso, mi sono, invece trovato d’accordo con il quadro generale, le
tesi e gli obiettivi espressi dall’Autore.
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