domenica 8 novembre 2015

Recensione: Crimea – L’ultima crociata


“Crimea – L’ultima crociata”, di Orlando Figes, edizione Einaudi, ISBN: 978-88-06-22424-0.
La guerra di Crimea (1853-1856) fu uno dei conflitti più importanti del diciannovesimo secolo. Fece più di 800.000 morti fra civili e militari, produsse intensi fenomeni di pulizia etnica e di ricollocazione di intere popolazioni (dopo di essa, ad esempio, i tartari di Crimea finirono di essere maggioranza!) e non pochi effetti di lungo periodo sia nel contesto europeo (ad esempio accelerando il processo dell’unità d’Italia) sia in quello asiatico e medio-orientale (fu, di fatto, l’evento scatenante che portò al “Grande Gioco” la strategia di mutuo contenimento che contrappose  inglesi e russi in quelle aree!).   Eppure si tratta di un evento oggi quasi dimenticato, tenuto piuttosto in ombra nei testi scolastici. Raramente viene rammentato, neppure quando episodi recenti, come è avvenuto nel caso del distacco di questa area geografica dall’Ucraina nel 2014, trovino una loro spiegazione e un profondo collegamento con i miti collettivi e nazionali originati da questo lontano conflitto. Non si può capire, infatti, tanto accanimento, tanto fervore se non si tiene conto, per esempio, di cosa significhi per la Russia il ricordo delle gesta dell’assedio di Sebastopoli!
L’Autore ricostruisce egregiamente le cause e la genesi del conflitto e le vaste conseguenze che seguirono la sua conclusione. Egli, tra l’altro, propone una tesi riguardo alle origini della guerra che non può che intrigare, stupire e scioccare quei lettori che ormai interpretano queste tipologie di eventi soprattutto sulla base dell’esigenza della Realpolitik. Egli, infatti, attribuisce buona parte delle responsabilità del conflitto alle tensioni ideologiche alle esigenze di propaganda e, soprattutto, a quelle di natura religiosa che contrapponevano i vari attori in campo.
Per certi versi, quindi, la guerra di Crimea fu l’ultima crociata in cui fu realmente sentita in Occidente l’esigenza di esercitare il controllo su luoghi simbolici quali Costantinopoli e i Luoghi Santi. Essa, come le altre prima di lei, non fu solo una ragione di conflitto contro l’Islam, ma fu anche percepita, per quanto riguarda la cristianità ortodossa, come la missione della “terza Roma”, contro il mondo musulmano ma anche in opposizione alle altre accezioni e interpretazioni del Cristianesimo.

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