“Crimea – L’ultima crociata”, di Orlando Figes,
edizione Einaudi, ISBN: 978-88-06-22424-0.
La guerra di Crimea (1853-1856) fu uno dei conflitti
più importanti del diciannovesimo secolo. Fece più di 800.000 morti fra civili e
militari, produsse intensi fenomeni di pulizia etnica e di ricollocazione di intere
popolazioni (dopo di essa, ad esempio, i tartari di Crimea finirono di essere
maggioranza!) e non pochi effetti di lungo periodo sia nel contesto europeo (ad
esempio accelerando il processo dell’unità d’Italia) sia in quello asiatico e
medio-orientale (fu, di fatto, l’evento scatenante che portò al “Grande Gioco” la
strategia di mutuo contenimento che contrappose inglesi e russi in quelle aree!). Eppure si tratta di un evento oggi quasi dimenticato,
tenuto piuttosto in ombra nei testi scolastici. Raramente viene rammentato, neppure
quando episodi recenti, come è avvenuto nel caso del distacco di questa area
geografica dall’Ucraina nel 2014, trovino una loro spiegazione e un profondo
collegamento con i miti collettivi e nazionali originati da questo lontano
conflitto. Non si può capire, infatti, tanto accanimento, tanto fervore se non
si tiene conto, per esempio, di cosa significhi per la Russia il ricordo delle
gesta dell’assedio di Sebastopoli!
L’Autore ricostruisce egregiamente le cause e la
genesi del conflitto e le vaste conseguenze che seguirono la sua conclusione.
Egli, tra l’altro, propone una tesi riguardo alle origini della guerra che non
può che intrigare, stupire e scioccare quei lettori che ormai interpretano queste
tipologie di eventi soprattutto sulla base dell’esigenza della Realpolitik. Egli,
infatti, attribuisce buona parte delle responsabilità del conflitto alle
tensioni ideologiche alle esigenze di propaganda e, soprattutto, a quelle di natura
religiosa che contrapponevano i vari attori in campo.
Per certi versi, quindi, la guerra di Crimea fu l’ultima
crociata in cui fu realmente sentita in Occidente l’esigenza di esercitare il
controllo su luoghi simbolici quali Costantinopoli e i Luoghi Santi. Essa, come
le altre prima di lei, non fu solo una ragione di conflitto contro l’Islam, ma fu
anche percepita, per quanto riguarda la cristianità ortodossa, come la missione
della “terza Roma”, contro il mondo musulmano ma anche in opposizione alle
altre accezioni e interpretazioni del Cristianesimo.
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