lunedì 17 agosto 2015

Recensione: L'Adversaire


“L’Adversaire”, di Emmanuel Carrère, edizioni Folio, ISBN: 978-2-07-041621-9.

Se questo romanzo fosse una “fiction” avremmo scosso le spalle delusi dalle “sparate” dell’Autore colpevole di aver messo in piedi una trama che, secondo logica e buon senso non potrebbe stare in piedi. Invece si tratta di una storia vera, incredibile, surreale, impossibile, come solo la realtà sa essere in certi casi.

Jean-Claude Romand è un medico di successo ricercatore presso l’OMS con sede a Ginevra. Vive da frontaliero di lusso attraversando quotidianamente il confine e conducendo una vita agiata ma un po’ appartata nella provincia francese; conosce e frequenta politici e personaggi di spicco; manda i figli alle scuole private; è stimato da amici e parenti e si permette persino un’amante che corteggia a suon di cene e doni costosi. Il 9 gennaio 1993, “inspiegabilmente” uccide moglie, figli e genitori tentando (senza convinzione) il suicidio. “Perché!”, si chiedono tutti? Perché la vita di Jean-Claude per oltre quindici anni è stata una totale impostura; egli non è nulla di ciò che sembra: non è medico (non è neppure laureato), non lavora all’OMS e campa truffando gli ignari parenti e, nel momento in cui il suo castello di menzogne ha cominciato a sgretolarsi, non ha retto alla vergogna di vedersi svelato di fronte ai propri affetti.

Jean-Claude verrà condannato all’ergastolo (per tranquillizzarvi, nel romanzo viene detto che dovrebbe uscire quest’anno, nel 2015!) e l’Autore vorrà conoscerlo, intrattenere con lui della corrispondenza e, soprattutto cercherà di “capirlo” (anche se, non di “giustificarlo”).

La lettura di questo romanzo potrebbe apparire a molti un tantino fastidiosa, personalmente però, lo definirei un caso “interessante” e quello che lo rende tale ai miei occhi non è tanto l’impostura, che non è certo un fenomeno raro (nei fatti di cronaca si legge spesso di falsi medici e avvocati e molti di noi conoscono persone che hanno mentito per anni riguardo al loro curriculum universitario!), ma la dicotomia fra quella che è la vera vita del protagonista contrapposta a quanto, invece, viene creduto e percepito all’esterno anche dalle persone più intime. Il più abissale e noiosissimo “nulla” (di quello che a me sembra il ritratto di un perfetto “sfigato”) rivestito da una scintillante patina di successo.

Dietro a tutto ciò, personalmente e da profano vedo solo della gran vigliaccheria, l’Autore, invece, che a quel tempo doveva essere nella sua fase di fervore religioso, si sforza di trovarci qualcosa di più, e finisce per scorgerci nientemeno che l’ombra delle corna e degli zoccoli de l’”Adversaire”, in altre parole, il Diavolo. Boh!

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.