martedì 3 giugno 2014

Recensione: L'Armata dei Sonnabuli


“L’Armata dei Sonnambuli”, di Wu Ming editrice Einaudi, ISBN: 978-88-05-21413-5.
Siamo alla fine del settecento, fra il 1793 e il 1795, nel bel mezzo di alcune delle fasi più fluide, gloriose e convulse della rivoluzione francese. Mentre ancora rotola la testa di Luigi XVI, già si prepara la resa dei conti fra i girondini di Brissot e i più radicali montagnardi che, grazie ai sanculotti, da lì a poco porteranno al potere Robespierre. Questi, oltre a provvedimenti populistici come il “maximum”, la legge di calmierazione sui prezzi dei beni di prima necessità, dovrà fronteggiare le richieste derivanti dalla gestione di un’economia di guerra e nel frattempo, cercare di barcamenarsi fra le richieste contrastanti provenienti dagli “indulgenti”, di estrazione borghese e da parte opposta, dagli “arrabbiati” di Herbert, più orientati verso la tutela delle istanze popolari. Egli cercherà la soluzione personale instaurando il “Terrore” e ne sarà esso stesso vittima perdendo sia il potere sia la testa a favore della fazione più moderata dei termidoriani. Questi, anche grazie a vere e proprie “squadracce” riporteranno l’”ordine” a scapito delle fazioni più popolari di matrice giacobina compiendo, di fatto, una sorta di controrivoluzione che passerà alla storia come “terrore bianco” e aprendo così la fase politica del Direttorio che si concluderà con il colpo di stato di Napoleone Bonaparte.
In questo contesto si dipanano i destini di una serie di personaggi forse troppo umani per poterli definire eroi e che finiranno per intrecciare i loro destini per sventare le trame di un diabolico nemico comune, il cavalier D’Ivers. Marie Noziére, sarta del quartiere popolare di Sant’Antonio, epicentro della resistenza giacobina e sanculotta, concreta, seria e persino troppo dura, come le esperienze di vita che l’hanno forgiata; il “Cagnaccia” (poliziotto) Treignac innamorato, non corrisposto, della prima, coraggioso, saggio, generoso e protettivo fino al sacrificio; Leonida Modenesi, in arte Leo Modonnét, italiano venuto a Parigi sulle orme di Goldoni, attore fallito e supereroe mancato celato dietro la maschera di Scaramouche, saprà mostrarsi combattente vero, capace e determinato contro l’imperversare delle squadracce dei moscardini (“muschiatini” nel romanzo!) del nuovo ordine termidoriano; e, su tutti, Orphée D’Amblanc, medico “magnetista”, seguace di Mesmer e delle pratiche ipnotiche, fedele agli ideali repubblicani ma critico verso gli eccessi rivoluzionari, sarà il primo a comprendere la portata delle trame di Auguste Laplace, la nuova identità dietro la quale si cela il cavalier D’Ivers, manipolatore senza scrupoli ed esperto ipnotista votato al “lato oscuro” della scienza e fautore di un nuovo ordine che non esito a definire “fascista”, più che controrivoluzionario.
Una bellissima storia avvincente, incastonata in un ambiente storico ricostruito magistralmente. Un romanzo che, come altri dei medesimi autori, vale senz'altro la pena di leggere.

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