Comunque vada a finire l’attuale
fase di crisi di governo, ho certamente aumentato di molto la mia stima
personale per il capo dell’attuale esecutivo, Enrico Letta. Devo dire, innanzitutto,
che non avevo certamente vissuto positivamente la nascita del suo governo che
vedevo, al più, come un male necessario per superare rapidamente il caos creatosi
a seguito del disastro elettorale prodotto dalle ultime elezioni politiche. Il
governo però è andato avanti, magari fra mille compromessi, fra i quali
qualcuno indigesto (il pasticcio dell’IMU, per esempio) conquistandosi
progressivamente una sua credibilità sia sul piano interno sia su quello
internazionale e, nel frattempo, dovendo fronteggiare non poche oggettive
difficoltà; così compresso fra le lotte fratricide del PD, la disarmante e
incomprensibile irresponsabilità del M5S e l’impasse del PDL, incapace di
concentrarsi su altro che non siano le vicende personali di Berlusconi. Secondo
la mia percezione personale, Enrico Letta nel corso del tempo ha cominciato
effettivamente a dispiegare quelle capacità di paziente mediatore, che,
sicuramente sono state alla base della sua nomina, ma, durante la sua azione di
governo, ha anche mostrato di saper essere determinato facendo quindi mostra di
quel binomio di forza e moderazione che sta alla base del successo di molti veri
leader e, in questo, contrapponendosi in maniera netta al facile populismo di
personaggi come Grillo e Berlusconi.
Entriamo in una fase caotica,
dove tutto può succedere: nuove elezioni, un “Letta bis”, una ventilata
scissione del PDL (che io accoglierei con estremo favore!), un ricambio dei
vertici del PD … In mezzo a tutto ciò, terrò d’occhio l’ex “grigio” Enrico
Letta cercando, con il peso modesto del mio potere di elettore, di creare un’occasione
per dargli nuovamente spazio.
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