domenica 9 ottobre 2011

Recensione: L’enigma del capitale e il prezzo della sua sopravvivenza

“L’enigma del capitale e il prezzo della sua sopravvivenza”, titolo originale “the enigma of capital and the crisis of capitalism”, di David Harvey, edizioni Feltrinelli, ISBN: 978-88-07-10470-1.
Il libro ricostruisce le modalità della circolazione del capitale evidenziandone l’importanza e la centralità nell’ambito del nostro sistema economico. Nel fare ciò l’Autore si richiama dichiaratamente all’opera del filosofo ed economista Karl Marx, recuperandone gli aspetti caratterizzanti e rileggendoli in una chiave più moderna ed alla luce dell’attuale fase di turbolenza economica e finanziaria. L’opera si apre con un’analisi convincente delle cause dell’attuale crisi finanziaria e si sviluppa intorno ad uno dei temi cari al marxismo, che individua come principale punto di debolezza del sistema capitalistico quello di basarsi su un modello di sviluppo che prevede la necessità di addivenire ad una crescita economica illimitata per poter garantire il re-investimento del capitale in eccesso. Secondo le teorie marxiste il futuro del capitalismo sarebbe minato da un vizio di fondo, cioè di dover prevede una crescita ininterrotta basata su di un modello matematico ad interesse composto per poter sopravvivere. Tale obiettivo, secondo i marxisti, ma anche secondo logica, sarebbe impossibile da conseguire nel lungo periodo e verrebbe definitivamente messo in crisi non appena si arrivasse a saturare le risorse disponibili rendendo impossibile l’allocazione di nuove componenti per investire il capitale in eccesso e facendo così collassare il sistema a causa delle sue stesse contraddizioni interne. Le crisi ricorrenti vengono dunque spiegate, da una parte con la necessità del capitalismo di produrre delle fasi di “distruzione creativa” per riportare indietro e ritardare gli effetti "ineluttabili" legati alla logica della crescita secondo un tasso composto e dall’altra, con i continui aggiustamenti che il sistema deve porre in essere per superare i limiti geografici, fisici, spaziali, politici, sociali e culturali che impediscono la libera circolazione del capitale continuamente alla ricerca delle migliori condizioni di investimento. Sempre secondo le teorie marxiste, da queste crisi locali il capitalismo ha dimostrato di riuscire ad uscirne mutato e rafforzato conquistando nuovi spazi, ma al contempo, avvicinandosi sempre di più all’inevitabile collasso finale. L’Autore invita il lettore a prendere in considerazione la possibilità che effettivamente ci si possa trovare in un punto di svolta che a breve potrebbe vanificare il tentativo di proseguire lungo un cammino di crescita illimitata a causa della pressione eccessiva che il sistema continua ad esercitare sulle sempre più limitate risorse umane e naturali disponibili. Secondo Harvey è dunque necessario che ognuno cominci a pensare e ad agire per la creazione di un nuovo modello socio-economico che sia invece sostenibile.
Per quanto riguarda il mio giudizio sull’opera di Harvey, devo ammettere che l’ho trovata molto interessante, anche se forse non ne condivido a fondo le conclusioni e se vogliamo, non concordo necessariamente con l’approccio deterministico che la accomuna, per altro esplicitamente, all’ideologia marxista della quale può essere considerata una rivisitazione e forse persino un’evoluzione. Sicuramente la prima parte del libro, che spiega le ragioni della crisi economica e dell’incapacità della classe politica a risolverla costituisce la parte migliore dell'opera e troverei molto difficile non concordare con la lucida analisi esposta dall’Autore. Come ho già accennato, nei capitoli successivi a me è sembrato che Harvey abbia cercato sostanzialmente di aggiornare le teorie marxiste introducendo il concetto delle sette sfere di attività con lo scopo di ampliare e in qualche modo superare l’impostazione classica dell’opera di Marx incentrata quasi esclusivamente sugli aspetti economici e lavorativi. In questo modo vengono introdotti nuovi ambiti come quello sociale, culturale, naturale e tecnologico il che dovrebbe, da una parte contribuire a spiegare meglio i corsi e decorsi delle attuali fasi di sviluppo e crisi, viste rispettivamente come fasi di relativa sincronia fra le sfere oppure di mancanza di armonia fra alcune di esse; e dall’altra, sempre secondo l’Autore, sarebbe utile per individuare i vari campi dell’agire nei quali si potrebbero cominciare a sviluppare i nuovi presupposti per un cambiamento sociale che porti al superamento del modello capitalista. A questo riguardo, ho trovato un po’ vago proprio l’ultimo capitolo del libro che parla delle soluzioni per mettere in atto il cambiamento, c’è però da aggiungere su questo aspetto particolare che l’Autore merita quanto meno tutta l’indulgenza possibile, sfiderei infatti chiunque a produrre una soluzione ed un percorso chiaro per uscire da questa crisi.

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