lunedì 4 aprile 2011

Recensione: Guerre, Armi e Democrazia

“Guerre, Armi e democrazia”, titolo originale “Wars, Guns and Votes. Democracy in dangerous places”, di Paul Collier, edizioni Laterza, ISBN 978-88-420-8895-0. E’ un’opera molto interessante scritta da uno studioso di scienze economiche, particolarmente esperto nel settore delle economie africane. Il libro è dedicato esplicitamente ai Paesi dell’”ultimo miliardo”, ovvero a quegli Stati (perlopiù africani) che accolgono l’ultimo miliardo di popolazione in termini di arretratezza di sviluppo economico. L’autore, attraverso l’analisi di una serie di dati economici e statistici si pone delle domande scomode riguardo a questi Paesi: ad essi ha giovato e giova la democrazia? Essa porta sviluppo e tranquillità sociale? Oppure, in qualche modo il ricorso al voto “interferisce” con lo sviluppo economico e la pace sociale delle popolazioni in oggetto? Quanto sono importanti le divisioni interne, ed in particolare, quelle religiose ed etniche? In quali casi è lecita l’interferenza politica di potenze estere o di organizzazioni internazionali? Qual è l’efficacia del peace keeping? E’ lecito rovesciare un dittatore con la forza intervenendo direttamente, appoggiando o fomentando una guerra civile o ispirando oppure avallando un golpe militare? Alla fine il libro fornisce risposte interessanti ed anche parecchio sorprendenti. Per ciò che mi riguarda, ne ho ricavato molti spunti di riflessione che possono essere applicati anche alle nostre società e democrazie più stabili e mature; una bella lista di opzioni da applicare e di errori da evitare.

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