martedì 12 aprile 2011

Immigrati, Europa e pasticci

Le affermazioni del Ministro dell’Interno Maroni e la posizione del Governo italiano causate dal massiccio afflusso di clandestini hanno aperto un profondo dissidio con gli altri partner europei. Gli alleati europei si trincerano dietro ad un rigoroso formalismo riguardo alle interpretazioni del trattato di Schengen, il quale permette la libera circolazione ai soli soggetti muniti di passaporto, dall’altro lato invece, le autorità italiane invocano l’eccezione rispetto alla forma e chiedono agli altri membri UE una fattiva collaborazione rispetto al problema della gestione dei clandestini, da attuarsi preferibilmente attraverso una redistribuzione degli stessi presso i vari Paesi dell’Unione. Di fronte al netto rifiuto di collaborazione da parte degli altri partner il Ministro Maroni è arrivato a prospettare una rottura fra Italia e UE, evidentemente esagerando un poco riguardo ai toni, ma in fondo, esprimendo un malessere condiviso da non sottovalutare.
Il problema dei clandestini è serio e la delusione da parte italiana per la scarsa collaborazione UE è in parte moralmente giustificabile. Bisogna però sottolineare che l’atteggiamento italiano è formalmente sbagliato ed irrispettoso non solo delle regole condivise, ma anche dello stesso “spirito” di Schengen, che doveva garantire la libera circolazione dei cittadini della UE e non di tutti i soggetti in assoluto, meno che mai i clandestini e quelli che, a torto o a ragione, risultano “indesiderabili”. I politici italiani continuano a incorrere nei medesimi errori nei confronti delle controparti europee, da una parte danno l’impressione di considerare con troppa disinvoltura le regole stabilite consensualmente fornendone continuamente interpretazioni od estensioni non concordate a priori con gli altri partner e non capendo come questa nostra attitudine sia considerata sgradevole e scorretta dagli altri attori europei; dall’altra sembra che la nostra classe politica non sia veramente in grado ne di raggiungere la conoscenza esatta di tali accordi, o peggio, che ne sia consapevole, ma ignori volutamente gli impegni per svolgere propaganda ai fini della politica interna ma a scapito della nostra credibilità internazionale. Un bel pasticcio quindi, forse causato da soggetti abituati a parlare solo alle piazze e senza pensare troppo, che però rischiamo di pagare caro.

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