mercoledì 4 agosto 2010

Recensione: La cattedrale del mare

"La cattedrale del mare", di Ildefonso Falcones, edizioni TEA.
qui di seguito allego parte della trama tratta da Wikipedia: "La trama si svolge nel XIV secolo a Barcellona, città comitale catalana e nei suoi dintorni e narra la storia della vita del protagonista Arnau Estanyol, un servo della gleba, che fugge dal servaggio assieme al padre e lentamente scala la piramide sociale giungendo persino ad ottenere il titolo di Barone e di Console del Mare. Questa evoluzione, vissuta fra mille vicissitudini personali e storiche, non manca di suscitare invidie e disprezzo verso Arnau, il quale cade per tali motivi nelle grinfie dell'Inquisizione. Perno "fisico" della vicenda, la costruenda chiesa di Santa María del Mar, cui il protagonista contribuisce inizialmente quale trasportatore di pietre, ed infine come ricco banchiere".

Queste sono invece le mie impressioni! Non devo essere sensibile a questo genere di romanzi perché sinceramente a me questo libro non ha detto granché. Probabilmente sono stato caricato di troppe aspettative dalle tante recensioni positive e dalle informazioni riguardo al notevole numero di copie vendute (deduco quindi di stare andando un po’ controcorrente!) e di conseguenza mi aspettavo chissà che cosa. Poco male, l’ho comprato in edizione economica e l’ho letto sulla spiaggia e io raramente trascino sul bagnasciuga dei libri che sono sicuro di voler conservare! Scherzi ed ironia a parte, la vicenda è tutto sommato abbastanza avvincente seppure, a mio avviso, un po’ scontata e prevedibile, innervosisce solo un po’ il protagonista sul quale si abbattono più guai che su Remy (quello dei cartoni animati) o su Jean Valjean (“I miserabili”) messi insieme, ma questi non si piega! Curioso il destino delle eroine comprimarie, vengono tutte inesorabilmente stuprate, evidentemente all’epoca era una eventualità assai probabile, oppure …. il tipo menava un po’ jella (per altro spesso assicurata ad amici e famigliari degli eroi)! E va bene, fino ad ora non l'ho detta tutta! Alcuni aspetti sono genuinamente interessanti, il romanzo spiega in maniera divertente una parte della Storia della Spagna (si parla in particolare di Barcellona e della Catalogna della metà del 300), ma soprattutto racconta qualcosa della società medioevale, delle sue istituzioni politiche ed economiche, delle sue ingiustizie e diseguaglianze. Penso poi di condividere con l’autore il disprezzo per l’inquisizione che spunta fuori anch’essa nel romanzo e ci fa la solita meritatissima pessima figura. A titolo di curiosità, per chi ne avesse già sentito parlare, a degna rappresentanza dell’istituzione appare fra i cattivi anche l’inquisitore Nicholas Eymerich, questa volta decisamente relegato senza attenuanti fra le carogne impenitenti.

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