giovedì 7 febbraio 2019

Recensione (ITA): Fanteria dello Spazio


Fanteria dello spazio"; di Robert A. Heinlein, edizione kindle.

Juan Rico è il giovane protagonista di questo famoso romanzo di fantascienza: Egli vive in un futuro prossimo (rispetto agli anni '60 del XX secolo!) In un mondo unificato e pacificato ma minacciato da una razza aliena di insetti.
La pace e l'ordine sulla Terra sono stati ottenuti (e restaurati) a seguito di una devastante guerra mondiale grazie all'iniziativa di alcuni veterani che hanno imposto un nuovo ordine politico basato su una forma elitaria di democrazia, che conferisce solo ai "cittadini" un certo insieme di "diritti" (per esempio il diritto attivo e passivo del voto). Per acquisire lo status di "cittadino" è necessario prestare, su base volontaria, almeno un turno di servizio militare (come minimo biennale).

Rampollo di una ricca famiglia, il giovane Rico sceglie di arruolarsi come volontario in MI (fanteria mobile) contro l’opinione dei suoi genitori e, da lì in poi, fondamentalmente, il romanzo racconta la progressiva trasformazione morale di un giovane e frivolo diciottenne in un “vero uomo”, prima attraverso un percorso di addestramento militare molto duro e selettivo, poi come risultato degli eventi bellici in cui si troverà coinvolto.

Costantemente sullo sfondo, come mentore dell’aspirante cittadino si staglia la figura e il ricordo di un ex professore di liceo, insegnante di storia e filosofia morale (cattedra riservata ai soli “cittadini”, ovvero ad ex militari!) e ex ufficiale della MI al quale viene spesso demandato il ruolo di interprete e relatore dell’utopia politica proposta dall’Autore.

Venendo al mio giudizio riguardo al romanzo, devo dire che ho trovato molto difficile stabilire esattamente il mio livello di gradimento dello stesso.

Premetto che ne avevo sentito parlare fin dalla mia adolescenza (quindi quasi 40 anni fa!) come di un caso “politico” (un po’ come successe in Italia al “Signore degli Anelli” di Tolkien) che divideva regolarmente i lettori fra detrattori, appartenenti alla “sinistra” e ferventi elogiatori che, invariabilmente, orbitavano politicamente a “destra”.

In effetti, a lettura ultimata, una delle cose che mi ha lasciato perplesso è che l'Autore abbia dedicato più tempo a spiegare la sua visione politica e il difficile percorso che porta il protagonista a comprenderla in pieno, rispetto a quanto invece sia effettivamente rilevante la vicenda in sé. La trama e, in particolare la guerra galattica mi sono sembrati, infatti piuttosto irrilevanti rispetto alla presentazione del modello sociale proposto da Heinlein e la sensazione è rimasta tale anche dopo aver riflettuto sul fatto che, in fondo, le utopie e/o le distopie costituiscano spesso una “valuta corrente” in SF, normalmente utilizzate per strutturare l’ambientazione di fondo entro la quale si svolge la vicenda.
Qui, al contrario, l'impressione è che la storia personale del protagonista e la guerra degli insetti siano solo una scusa per descrivere un'alternativa politica e filosofica.

Quindi alla fine posso dire:
1) Interessante come punto di vista politico e filosofico; anche se non sono sicuro che sarei d'accordo riguardo all'applicazione di un tale modello politico-sociale che appare, effettivamente abbastanza “destrorso”.
2) Non molto coinvolgente come storia di fantascienza in sé (l’adrenalina non scorre!).

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