venerdì 17 agosto 2018

Recensione: Marx e la follia del capitale


“Marx e la follia del capitale”, titolo originale: “Marx, Capital and the madness of economic reason”, di David Harvey, traduzione di Virgino B. Sala, edizioni Feltrinelli, ISBN: 978-88-07-10534-0.

David Harvey, economista dichiaratamente marxista, continua la sua profonda rivisitazione e il recupero del pensiero e degli scritti di Karl Marx cercando di mettere in evidenza e trasporre in chiave moderna tutte quelle contraddizioni del sistema capitalistico che, a suo dire, erano già presenti allora nel pensiero del pensatore ottocentesco.

Sicuramente il titolo in lingua originale, rispetto a quello tradotto in italiano, rende maggior giustizia alle ragioni dell’Autore; Harvey è effettivamente molto convincente nel rilevare alcuni aspetti del nostro sistema economico che, a ben vedere, appaiono assurdi nonché, alla lunga, forse insostenibili.  C’è una contraddizione intrinseca legata all’accumulazione della ricchezza, alle sue ragioni e finalità e alle sue conseguenze a lungo termine; altre sono legate ad altre caratteristiche del capitale, alla sua continua necessità di espansione e di superamento delle barriere fisiche e temporali oppure ancora, esiste un contrasto evidente fra le figure del lavoratore da un lato e del consumatore dall’altro o fra il capitale inteso come valore o come fattore produttivo … I nodi non mancano e, queste frizioni emergono continuamente sotto forma di crisi, inefficienze e discontinuità del sistema (non è forse una coincidenza che l’Autore, forse con un po’ fortuna, citi la Turchia!). Semmai la vera questione ruota intorno alla domanda di chi si chiede se il sistema capitalistico sarà sempre in grado (come è avvenuto fino ad ora) di superare tali contraddizioni e rinnovarsi, rispetto a chi scommette, spera o paventa che ci si stia avvicinando sempre più ad una fase critica che finirà per far implodere l’intero meccanismo.

Al di là di ciò che si pensa di capitalismo e marxismo, ne viene fuori l’ennesimo saggio interessante ancorché non sempre agevole e “digeribile”, che sicuramente contiene elementi e spunti convincenti e da tenere presenti.

Strano destino quello di Marx! Comincio a pensare che, una volta seppellito e dimenticato il comunismo, possa essere adottato un po’ a 360° da tutti coloro che criticano il sistema. Potrebbe quindi diventare sia un’icona “liberal” della “middle class” come trovare nuovi ammiratori fra i “sovranisti” e, persino fra i neo conservatori nazionalisti! 
   
Molto völkisch, in sintesi (e paradossalmente 😊, 😊)!

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