“Marx e la follia del capitale”,
titolo originale: “Marx, Capital and the madness of economic reason”, di David
Harvey, traduzione di Virgino B. Sala, edizioni Feltrinelli, ISBN: 978-88-07-10534-0.
David Harvey, economista
dichiaratamente marxista, continua la sua profonda rivisitazione e il recupero
del pensiero e degli scritti di Karl Marx cercando di mettere in evidenza e
trasporre in chiave moderna tutte quelle contraddizioni del sistema
capitalistico che, a suo dire, erano già presenti allora nel pensiero del
pensatore ottocentesco.
Sicuramente il titolo in lingua
originale, rispetto a quello tradotto in italiano, rende maggior giustizia alle
ragioni dell’Autore; Harvey è effettivamente molto convincente nel rilevare
alcuni aspetti del nostro sistema economico che, a ben vedere, appaiono assurdi
nonché, alla lunga, forse insostenibili. C’è una contraddizione intrinseca legata all’accumulazione
della ricchezza, alle sue ragioni e finalità e alle sue conseguenze a lungo
termine; altre sono legate ad altre caratteristiche del capitale, alla sua continua
necessità di espansione e di superamento delle barriere fisiche e temporali oppure
ancora, esiste un contrasto evidente fra le figure del lavoratore da un lato e
del consumatore dall’altro o fra il capitale inteso come valore o come fattore
produttivo … I nodi non mancano e, queste frizioni emergono continuamente sotto
forma di crisi, inefficienze e discontinuità del sistema (non è forse una
coincidenza che l’Autore, forse con un po’ fortuna, citi la Turchia!). Semmai
la vera questione ruota intorno alla domanda di chi si chiede se il sistema capitalistico
sarà sempre in grado (come è avvenuto fino ad ora) di superare tali
contraddizioni e rinnovarsi, rispetto a chi scommette, spera o paventa che ci
si stia avvicinando sempre più ad una fase critica che finirà per far implodere
l’intero meccanismo.
Al di là di ciò che si pensa di
capitalismo e marxismo, ne viene fuori l’ennesimo saggio interessante ancorché
non sempre agevole e “digeribile”, che sicuramente contiene elementi e spunti
convincenti e da tenere presenti.
Strano destino quello di Marx!
Comincio a pensare che, una volta seppellito e dimenticato il comunismo, possa
essere adottato un po’ a 360° da tutti coloro che criticano il sistema. Potrebbe
quindi diventare sia un’icona “liberal” della “middle class” come trovare nuovi
ammiratori fra i “sovranisti” e, persino fra i neo conservatori nazionalisti!
Molto völkisch, in sintesi (e paradossalmente 😊, 😊)!
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