lunedì 13 agosto 2018

A sostegno dei vaccini ... ma che noia!


... e, soprattutto, perché si deve perdere tempo a discutere di tutto ciò nel terzo millennio?

Tutta questo parlare di vaccino, di obblighi, di libera scelta, ecc. mi appare non solo ridicolo, ma francamente noioso. 

... per non parlare dei NoVax, che c'è da chiedersi se sono "veri" o parto di una qualche fabbrica di Troll post sovietica!
Ma chi sono?  L'ennesima nuova tribù di selvaggi che, come altri "signor distinguo" ci tocca di dover ascoltare e sopportare per mal indirizzato "spirito democratico" invece di lasciarli alle "cure" del Grande Inquisitore?

Ora, non entro nel merito sui sedicenti rischi delle vaccinazioni, infatti non sono un medico e, pertanto, ritengo di non essere abbastanza competente in materia (posso al più vantare la discendenza diretta da un pediatra, vaccinista convinto!). A me sembra però che la comunità scientifica sia abbastanza compatta nel giudizio su rischi e benefici e, a meno di qualche personaggio discutibile e secondario, sia favorevole alle campagne di vaccinazione. È anche abbastanza noto che il problema della profilassi non sia solo un problema di scelte personali, ma anche di “copertura” e, pertanto, anche ove esista qualche possibile correlazione con fattori di rischio individuali, questi sia “compensati” da un minore “morbilità” e mortalità a livello della società vista nel suo insieme. Detto in sintesi, vaccinarsi forse ci fa correre qualche rischio (ma li corriamo, ad esempio, anche quando ingeriamo antibiotici!), ma tende a proteggere, oltre a noi stessi, anche chi ci sta intorno.

Per altro, è ovvio che anche l’approccio favorevole ai vaccini non debba essere dogmatico; è giusto che la comunità medico-scientifica dibatta il tema, migliori le formule, continui la ricerca e discuta, anche pubblicamente di eventuali effetti collaterali delle cure; lasciamo però che siano loro e non un esercito di ciarlatani o, peggio ancora “il popolo bue” (al quale in sintesi apparteniamo tutti noi “non medici”) a decidere di una questione che non ha proprio senso affrontare in assenza di conoscenze specifiche. In questi casi, infatti, se si è profani bisogna semplicemente “fidarsi”! Esattamente come ci fidiamo che un ingegnere abbia fatto correttamente il calcolo del cemento di casa nostra, o che il nostro panettiere non panifichi giornalmente con farina contaminata la nostra baguette!

Finiamola con il buonismo da quattro soldi e con la tolleranza verso tutte le opinioni anche le più idiote e ripartiamo innanzi tutto dal rispetto delle regole e dal ruolo dell’autorità, che non è quello di dar voce e scelta per forza a tutti su ogni tema possibile, ma è quello di tutelare il più possibile la collettività nel suo insieme, persino, in casi estremi, contro il volere di singoli suoi componenti. Dunque, se vaccinarsi è un obbligo “sociale” per accedere a certi luoghi pubblici, oltreché sanitario, bisogna fare in modo che i soggetti siano messi in regola con le buone o con le cattive e, esattamente come se si evade l’obbligo scolastico, si finisce per ricevere la visita dei carabinieri, nello stesso modo deve essere trattato chi è vaccino-renitente!

Chiaro, poi, ad esempio, che se si permette a chi è contrario ai vaccini di “autocertificarsi” e fa di tutto ciò un moto quasi religioso, non ci si potrà poi aspettarsi veramente che questi non sia, come minimo, tentato a produrre un falso! E’ evidente quindi che non basta un pezzo di carta ad attestare la vaccinazione, ma essa va fatta e registrata sotto stretto controllo pubblico come in effetti avveniva ai bei “vecchi tempi” (sono nato nel 1965) dove il benemerito “ufficio d’igiene”, a spese del sistema sanitario, vaccinava tutto e tutti registrando l’operazione a futura memoria e per futuri richiami, in più di un caso, effettuando direttamente la campagna nei corridoi delle scuole; “tutti in fila, braccio sinistro scoperto … e una buona dose non si nega a nessuno!”.

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