venerdì 25 maggio 2018

Recensione: Le Case Ina di Corso Sebastopoli 1957-2017. Sessant’anni di vita nella periferia torinese, storia e testimonianze


“Le Case Ina di Corso Sebastopoli 1957-2017. Sessant’anni di vita nella periferia torinese, storia e testimonianze”, Giancarlo Libert, edizioni Atene del Canavese, ISBN 978-88-97613-48-0.

Nel dopoguerra e fino agli anni settanta del novecento Torino, come altre città italiane, fu investita da un intenso flusso migratorio che portò ad un radicale cambiamento del paesaggio urbano.
Fra le varie iniziative finalizzate a sopperire alla grande “fame” di case e, al preciso scopo di incrementare l’occupazione nel settore edilizio venne emanata la legge 26/11/1955 n. 1148 "Proroga e ampliamento dei provvedimenti per incrementare l'occupazione operaia agevolando la costruzione di case per i lavoratori" (fonte: wikipedia) nota anche come “Piano Fanfani” in nome dell’allora ministro del Lavoro che se ne fece promotore.

Tema del libro dunque, è quello di raccontare la storia della realizzazione di alcune di queste iniziative edilizie che, a Torino, diedero origine ad interi quartieri.

Bel libro, di quelli che puoi solo trovare in manifestazioni come il “Salone del libro” di Torino girando fra gli stand dei piccoli editori in cerca di fatti curiosi.

L’Autore fornisce un bel quadro che, oltre a descrivere la geografia e la storia dei luoghi che furono oggetto delle diverse iniziative edilizie, spiega le ragioni e i vincoli delle scelte architettoniche e si sofferma sugli aspetti umani dell’intera vicenda parlando un po’ di tutti; i grandi protagonisti e promotori dell’impresa, fino ai semplici abitanti dei nuovi quartieri attraverso i loro ricordi.

Ne emerge una storia affascinante e di successo che, a distanza di tanti anni e, tenendo anche presente la realtà del nostro Paese, appare quasi straordinaria.

Confesso anche che quest’opera ha contribuito a farmi comprendere alcuni aspetti della città che non conoscevo e ora,  vedo quei quartieri e quelle stesse costruzioni con un occhio diverso.


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