“La Storia di Kullervo”, titolo originale: “The Story of
Kullervo”, di J.R.R Tolkien, traduzione di Luca Manini e Stefania Marinoni, edizioni Bompiani,
ISBN 978-88-452-8125-9.
Ispirandosi al “Kalevala”, un poema
epico costruito sulla base di canti e racconti popolari finlandesi, Tolkien scrisse
ancora giovane “La Storia di Kullervo”, un racconto di poche decine di pagine
che vede come protagonista tragico un “eroe” che, diciamolo, non appare per
nulla tale. Kullervo, infatti, è “… rozzo, lunatico, scontroso e vendicativo
oltre che fisicamente poco attraente …”, come viene efficacemente descritto
nella prefazione dell’opera.
La storia da un punto di vista della trama e della narrazione non è quindi né molto interessante né coinvolgente, ma costituisce comunque un documento importante e interessante per valutare la profondità e la lenta maturazione dell’Autore verso i temi che sfoceranno nel corpus incentrato sulla “Terra di Mezzo”.
La storia da un punto di vista della trama e della narrazione non è quindi né molto interessante né coinvolgente, ma costituisce comunque un documento importante e interessante per valutare la profondità e la lenta maturazione dell’Autore verso i temi che sfoceranno nel corpus incentrato sulla “Terra di Mezzo”.
In questo testo sono in effetti già delineati chiaramente alcuni
elementi che mettono quest’opera in relazioni con alcune realizzazioni
importanti e più mature dell’Autore, in particolare, il manoscritto sembra la
fonte di ispirazione dalla quale trarrà origine la saga di “Túrin Turambar”, inserita
all’interno del “Silmarillon” e poi ulteriormente rielaborata ne “I Figli di
Hurin”.
Il testo e i commenti sono chiari e
interessanti e alla portata di tutti i lettori (compreso il sottoscritto J), consiglierei però questo libro solo ai
curiosi o a chi vuole approfondire l’esegesi dell’opera tolkieniana.
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