“1177 a.C. – Il collasso
della civiltà”, titolo originale: “1177 BC The Year Civilization Collapsed”, di
Eric H. Cline, traduzione di Cristina Spinoglio, edizioni Bollati Boringhieri, ISBN:
978-88-339-2579-0.
Nel corso del dodicesimo
secolo a.C. il Mediterraneo orientale e vaste aree dell’odierno medio oriente
erano già fortemente interconnesse dal punto di vista sociale ed economico.
Vasti imperi e regni: gli egizi, gli ittiti, i cassiti, i mitanni, gli assiri, i
minoici e i micenei erano strettamente legati in un sistema che alternava
relazioni politiche pacifiche, cementate non di rado da matrimoni fra i membri
delle élite al potere, scambi di doni, corrispondenza e visite di cortesia, a
lotte per il dominio territoriale e il controllo delle estese rotte commerciali
che, sulla base di recenti scoperte storiche si estendevano fino al lontano
Afghanistan, principale fornitore di stagno dell’area e componente fondamentale
del metallo che finì per identificare tutto questo lungo periodo storico, il
bronzo.
Siamo, infatti, nella
tarda età del bronzo, da lì a poco, comincerà l’era del ferro, che vedrà i
natali non solo sulla base dell'applicazione di nuove tecniche metallurgiche ma anche su nuove forme di
organizzazione e ordine sociale sorte sulle ceneri dell’ordine precedente.
Ma cosa mise in crisi tale
vecchio sistema, collaudato da secoli? Chi o cosa distrusse i grandi palazzi
micenei o dell’isola di Creta? Chi erano i misteriosi aggressori citati in una
tavoletta d’argilla rinvenuta ad Ugarit e scritta poco prima che la città
venisse distrutta? Perché gli abitanti abbandonarono Hattusa, capitale degli
Ittiti e fino a pochi anni prima cuore pulsante di un potente impero che
trattava alla pari con i potenti faraoni? Da dove venivano i misteriosi “Popoli
del mare”? Cosa li mise in movimento? …
L’Autore, attraverso uno
stile brioso e non privo di suspense, cerca di spiegare tutto ciò proponendo
una trama persuasiva e costruita sulla sintesi delle scoperte archeologiche
degli ultimi trent’anni. Espone una tesi basata su uno scenario tipo “Tempesta
perfetta”, nel quale una serie di importanti cambiamenti e fattori naturali si
sommano ad altri eventi casuali e a fattori sociali, politici e economici,
amplificandosi gli uni con gli altri.
Insieme a una credibile
ricostruzione della crisi di quella che potremmo definire come la prima società
globalizzata della storia dell’uomo, l’Autore ci lascia anche un chiaro
messaggio per leggere il presente; le società globalizzate sono vulnerabili, il
collasso può avvenire rapidamente e un insieme di fattori di per sé non critici,
se presi singolarmente, possono portare al collasso organizzazioni e strutture
che ai nostri occhi appaiono solide e indistruttibili ma la cui resistenza è
solo illusoria.
Forse, dunque, dovremmo sforzarci
di più per scrutare i cieli in vista dei “Cigni Neri” di Nassim Taleb che,
fatalmente, sempre arrivano.
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