“Adriel”, di Massimo Turcato, editrice
I Sognatori, ISBN: 978-88-95068336.
Adriel è il nome di uno degli
Angeli della Morte del Vecchio Testamento, entità sovrannaturale che ha il
compito di presiedere alla morte e accompagnare le anime dei defunti (nel caso
della teologia cristiana). Nel romanzo è anche il soprannome di un assassino di
professione, più che altro un giustiziere, che si occupa di mandare al Creatore
cattivi e potenti che, altrimenti, rimarrebbero impuniti.
Adriel è, “ovviamente”, un gran
tosto: ragionevolmente giovane, bello, colto, ricco, raffinato, ma soprattutto
stoico, leale e, neanche da dirlo, estremamente letale; un guerriero ispirato
all’etica e alla pratica del Bushido, la “Via del Guerriero”, il codice di
condotta dei Samurai. In pratica, il protagonista è il tipico supereroe del
genere letterario che, personalmente, definisco “Harmony per maschi”.
La trama del romanzo risulta inizialmente
un po’ traballante, poi, però procede spedita verso il suo epilogo e lieto fine;
anche se, devo dire, senza eccessivi imprevisti o colpi di scena.
Detto così, in maniera
volutamente un po’ irridente e asciutta, si potrebbe pensare che il romanzo non
mi sia piaciuto e, invece non è vero! Evidentemente non sono insensibile al
fascino dei supereroi e, ammetto, mi piacciono i giustizieri e i cavalieri “senza
macchia e senza paura”; soprattutto, rispetto il Bushido e quanto gravita
attorno a quel mondo, purtroppo, solo ideale.
Ma, questo non è tutto … per me
anche l’Autore (un esordiente, che io sappia!) ha parecchi meriti, il suo stile
di scrittura mi è piaciuto e lascia trasparire qualcosa di lui che, sicuramente
ci accumuna sia sul piano della cultura sia su quello delle esperienze; a lui
vanno la mia simpatia e tutto il mio incoraggiamento.
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