giovedì 12 dicembre 2013

Una pazza idea: Come “licenziare i politici”?


Sono convinto che la protesta dei forconi, almeno in Piemonte, abbia trovato un certo consenso non solo a causa del disagio economico, ma anche a seguito degli effetti di “Rimborsopoli”, cioè la vicenda dei rimborsi spese non esattamente irreprensibili richiesti e ottenuti negli ultimi due anni da moltissimi assessori regionali, quasi tutti appartenenti alla maggioranza. Riguardo a questo presunto abuso amministrativo si è già chiusa la fase di indagine e, di conseguenza, 43 consiglieri hanno ricevuto l’avviso da parte della procura. Seguirà la fase giudiziaria. Il punto però che fa riflettere è il seguente: come possono fare i cittadini  liberarsi speditamente e anzitempo di una classe dirigente della quale essi hanno perso la fiducia? Su questo punto, secondo me, viene fuori una dei tanti limiti del nostro sistema democratico; eleggendo un rappresentante gli si accorda la fiducia di amministrazione e governo per un certo periodo di tempo, di solito un certo numero di anni, ma come si può ritirare tale fiducia  prima di tale scadenza? E’ facile notare che in altri tipi di assemblee ci sono strumenti per superare questo problema: gli azionisti di una società possono richiedere un’assemblea straordinaria e sfiduciarne i vertici, un condominio può  fare lo stesso, invece gli elettori non hanno uno strumento istituzionale e pratico per ottenere il medesimo risultato. Possono solo protestare e sperare che si coaguli il dissenso, oppure augurarsi un rapido intervento da parte degli organi amministrativi e giudiziari che si incarichino di rimuovere gli “amministratori” infedeli! Ma un attimo! Questi sono innanzi tutto i nostri rappresentanti e solo in secondo luogo essi si qualificano anche come “amministratori”, è quindi incredibile che essi non possano essere rimossi dai delegatari legittimi per il solo fatto che essi non raccolgono più la  fiducia degli stessi (a pensarci bene, non è neanche necessario che essi abbiano infranto qualche legge). E’ ovvio che, iniziative in questo senso odorano un po’ di populismo ed è anche facile comprendere come strumenti di questo genere possano essere facilmente manipolati da chi ha il controllo dei mezzi di informazione, eppure, personalmente sono convinto che  questi rischi non giustifichino l’impossibilità di rimuovere dalle cariche  gli organi sfiduciati. Nel caso della giunta regionale piemontese, per esempio, è evidente che bisognerebbe rinnovarla completamente e rieleggerne un’altra in quanto quella attuale è chiaramente sfiduciata, ma come si può ottenere tale risultato rapidamente  senza prendere a sassate le finestre del palazzo? In pratica, mi sembra che l’unico modo per mantenere il dissenso nei limiti della legalità sia quello di permettere ai delegatari di ritirare la fiducia e di spostarla su altri rappresentanti, ma non mi sembra che il nostro sistema democratico abbia previsto degli strumenti efficaci per dare i cittadini i mezzi per ottenere tale risultato.

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