"Gli uomini
pesce”, di Wu Ming 1; edizioni Einaudi; Isbn 978-88-06-25172-7.
Bel romanzo che vede
come protagonista assoluto il territorio del delta del Po.
La vicenda è ambientata durante
l’estate siccitosa del 2022. Il paesaggio cangiante, bollente e dolente
evidenzia impietosamente non solo gli effetti deleteri prodotti dal cambiamento
climatico e dall’assenza di idonee e lungimiranti soluzioni ambientali, ma
anche dei danni della progressiva cementificazione, delle errate politiche
industriali e dei segni lasciati nel paesaggio dal loro fallimento. Infine, l’abbassamento
del livello delle acque porta anche letteralmente a galla i resti, e con essi i
ricordi, del periodo bellico della Seconda Guerra Mondiale. La morte di ex
partigiano di una certa fama, Ilario Nevi, e le scoperte sul suo conto fanno anche
riemergere antiche divisioni e misteri mai chiariti su fatti e personaggi di
quell’epoca, fino a scavare nel profondo del folklore popolare evocando la
presenza di creature anfibie antropomorfe, forse di origine extraterrestre, gli
uomini-pesce.
Antonia, la nipote di
Ilario, reduce da un brutto incidente automobilistico e flagellata dal “Long
Covid”, si mette a dipanare tutto il guazzabuglio di misteri che hanno
circondato la vita dell’amato zio e, inconsapevolmente, nel medesimo tempo, compie
anche un percorso di cura che, infine, la troverà rigenerata.
Come il solito l’Autore
non delude. Il romanzo tratta un’infinità temi, molti dei quali in maniera
inattesa, dando prospettive di lettura interessanti e tenendoli annodati
coerentemente (con una sola eccezione, a parer mio, relativamente alle
circostanze della nascita del co-protagonista Ilario!). Il romanzo è anche per
certi versi “educativo”, suggerendo visioni più concilianti relativamente ad attuali
temi controversi e spesso divisivi.