lunedì 23 giugno 2025

Recensione: Sparta

 "Sparta”, di Laura Pepe; edizioni Laterza; Isbn 978-88-581-5516-5.

Cosa sappiamo veramente di Sparta? Questa la premessa dalla quale parte questo Saggio.

Esso cerca di dare delle risposte organiche in tal senso, là dove se ne sente un gran bisogno; mentre sappiamo tutto di Atene, non siamo altrettanto informati sulla storia, sulla sorte, la cultura e la società della sua più grande antagonista che, tra l’altro, fu anche quella che fra le due prevalse nella Guerra del Peloponneso (431 – 404 a. C.) segnando la fine della supremazia ateniese a proprio vantaggio e che mantenne fino alla battaglia di Leuttra (371 a.C.) che, a sua volta, sancì il passaggio alla dominazione tebana.

Sparta fu quindi fra le grandi potenze dell’epoca, ma, contrariamente alla sua principale rivale, Atene, per la quale sono disponibili ampie testimonianze culturali ed archeologiche, non ha lasciato evidenti tracce di sé nemmeno nel paesaggio.

A dire il vero, pure sul piano culturale e sociale, seppure Sparta abbia lasciato numerosi aneddoti, indizi, storie e leggende, non esiste un “corpus” rilevante di fonti dirette, ovvero, prodotte da personaggi spartani. Infatti, quasi tutto ciò che si sa di questa gloriosa città è stato riportato e prodotto da terzi, spesso con l’obiettivo esplicito di effettuare confronti e soprattutto contrapposizioni rispetto alla rivale ateniese con il dubbio quindi che risultino piuttosto parziali,

Gli spartani invece hanno detto pochissimo di sé; “laconici” fino in fondo quindi!

mercoledì 14 maggio 2025

Recensione: Russia – Storia di un impero euroasiatico

 

"Russia – Storia di un impero euroasiatico”, di Aldo Ferrari; edizioni Mondadori; Isbn 978-88-04-76439-7.

Bella panoramica completa della storia della Russia dalle origini del Rus’ di Kiev (a partire circa dal VII secolo d.C.) fino ai giorni nostri.

L’opera, a mio avviso perfettamente bilanciata, riesce a combinare più di mille anni di storia in una sintesi interessante e completa del carattere di questa nazione (termine forse improprio, data la composizione multiculturale e multietnica della Federazione) che risulta veramente così particolare; vero ponte fra Est e Ovest di un territorio immenso e variegato, l’Eurasia.

Le chiavi di lettura fornite dall’Autore spiegano anche efficacemente il permanere di amore-odio, repulsione-attrazione, chiusura-apertura che caratterizza da secoli il rapporto fra la Russia e il resto dell’Europa.

La particolare collocazione e composizione territoriale della Russia ne spiega infatti il “carattere”, le aspirazioni (spesso non comprese in campo “Occidentale”!) le crisi e le trasformazioni.

Molto interessante la parte moderna della storia della Russia (intesa in senso largo, prima di impero russo, poi di URSS, poi di Federazione Russa) che contribuisce a rendere chiaro il punto di vista russo e la radice dell’attuale fase di attrito con il resto dell’Occidente.

Ci si rende conto che, soprattutto a partire dalla crisi dell’URSS (a partire dalla caduta del Muro di Berlino nel 1989) l’Occidente non è riuscito a cogliere una grandissima e forse irripetibile occasione per integrarsi pacificamente con questi immensi territori per “noi” potenzialmente così sinergici.

Quello che è purtroppo chiaro è che non sarà facile trovare un modo per spegnere l’attuale fase conflittuale e ripartire su delle basi stabili e condivise di reciproca fiducia ed utilità; eppure, ne varrebbe la pena a beneficio di tutte le parti in causa!

venerdì 28 marzo 2025

Recensione: M. L’ora del destino

 

"M. L’ora del destino”, di Antonio Scurati; edizioni Bompiani; Isbn 978-88-301-0497-6.

Quarto libro della saga che vede protagonista Benito Mussolini.

Il romanzo copre la prima parte del periodo bellico, dalla dichiarazione di guerra fino all’arresto di Mussolini avvenuto nel 1943 a seguito del voto del Gran Consiglio del fascismo dove fu approvato “l’ordine del giorno Grandi” che, sconfessando l’operato del dittatore, portò all’arresto di Mussolini, al ritorno dell’applicazione dello Statuto e alla costituzione del governo a guida del maresciallo Badoglio.

Bel libro come i precedenti e altrettanto ben documentato.

Ovviamente si tratta di una lettura un po’ masochistica e assai irritante per il lettore che, nonostante sia ben conscio di tutti gli esiti della vicenda, ancora non riesce a capacitarsi di fronte all’incapacità e all’inettitudine di tutta l’élite politica e militare dell’epoca, né riesce a rassegnarsi di fronte al pressapochismo, alla noncuranza e alla criminale leggerezza con le quali ci si avventurò in un conflitto globale con la consapevolezza di essere completamente impreparati.

Ad ogni capitolo della vicenda rimane l’amara consapevolezza che si dovesse spegnere la Marcia su Roma a cannonate e forse avremmo avuto una storia diversa e sperabilmente migliore! Tutto il resto fu solo un piano inclinato fino allo strapiombo…

venerdì 7 febbraio 2025

Recensione: C’era una volta Gaza – Vita e morte del popolo palestinese

 

"C’era una volta Gaza – Vita e morte del popolo palestinese”, di Valerio Nicolosi; edizioni Rizzoli; Isbn 978-88-17-19019-0.

L’Autore descrive attraverso le sue esperienze dirette la situazione di Gaza, Cisgiordania, Gerusalemme Est e Libano dando visione delle indubbie ragioni che sussistono di parte del popolo palestinese.

Il quadro che ne esce è tanto tragico quanto ovvio e riporta la situazione di distruzione e privazione dei diritti che caratterizza queste aree.

Chiaramente il resoconto è toccante ed è l’ennesima dimostrazione di come sia difficile individuare una soluzione soddisfacente per addivenire ad una soluzione equa e bilanciata che metta d’accordo le istanze di sicurezza e il diritto di sopravvivenza dello Stato d’Israele con quelle altrettanto valide del popolo palestinese.

A titolo personale ritengo che gli Accordi di Oslo costituissero una buona base di partenza per intraprendere il difficile cammino verso la pace e la convivenza, essi però hanno lasciato non pochi punti irrisolti (Es.: confini; questione dei coloni; limiti, estensione e autonomia dell’autorità politica palestinese; ecc.) e non sembra che esista una vera volontà politica internazionale e delle parti in causa per permetterne un’attuazione sostanziale degli stessi ed un’evoluzione degli accordi che faccia migliorare la situazione.

Quello che a me sembra chiaro è che la situazione non migliorerà senza un intervento esterno più incisivo che, sostanzialmente, obblighi le parti ad intraprendere un percorso di riappacificazione “sotto tutela” che sarebbe necessariamente lungo.

In questo momento, invece, prevale la “legge del più forte” e, la cattiva notizia per il popolo palestinese è che il più forte è indubbiamente lo Stato d’Israele.

martedì 4 febbraio 2025

MAGA, MEGA e ...!

... FIGA!

 Il mio collega Guido Montagnani (spero che non si offenda nel vedersi tirato in ballo!) merita a mio avviso di essere citato per la dimostrazione di creatività.

Guido è a mio vedere un milanese doc, di quelli, ormai forse un po' rari,  che rappresentano il lato colto, piacevole, profondo e per questo spesso inatteso di questa città che, non troppo nascostamente, noi torinesi invidiamo.

Siamo a Milano, questo è importante dirlo, perché ai milanesi,  contrariamente a noi "trans-ticinici", l'uso della parola "f**a" come intercalare viene spesso naturale.

In una rapida pausa pranzo, appunto "alla milanese",  dove in pochi minuti si parla a mitraglia mescolando il faceto a molti temi "seri", si finisce spesso per cercare di salvare l'Italia (rimaniamo un popolo di allenatori mancati!), nel nostro caso ci accingevamo anche a salvare l'Europa e soprattutto la "sinistra" dalla deriva destrorsa a cui siamo (ci hanno) condannati.

Si toccano temi importanti: il declino industriale, il clima bellicista, le sanzioni nell'aria, gli effetti della cultura woke, il tema dei migranti ... e infine si arriva agli slogan:
Parto io: "certo che Munsk con il suo MEGA (Make Europe great again) l'ha pensata giusta e suona anche meglio del Trumpiano MAGA (Make America great again)!".

Risponde lui: "Vuoi mettere però FIGA (Facciamo l'Italia grande ancora)!".

... un nanosecondo di silenzio per assimilare lo slogan e poi giù grosse, triviali, gender scorrect risate italiche!!!

... un retropensiero ... con questo slogan Vannacci "spaccherebbe"!

domenica 19 gennaio 2025

Recensione: Grazie Occidente!

 

"Grazie Occidente!”; di Federico Rampini; edizioni Mondadori; Isbn 978-88-04-77645-1.

Un Saggio che arriva come una ventata di aria fresca a spazzare depressione, sensi di colpa e masochismo in cui sembra crogiolarsi una parte della nostra opinione pubblica (soprattutto di sinistra!) e restituisce la consapevolezza di quanto bene abbiamo fatto a questo Mondo senza negare, dall’altra parte, le nostre tante mancanze e malefatte.

Beh! Nessuno è perfetto e neanche la società Occidentale lo è, di questo, dovremmo esserne certi; forse però potremmo quasi affermare di essere i “meno peggio” e forse, ci dimentichiamo ormai troppo spesso di quanto invece le altre civiltà ci debbano sia sul piano del progresso culturale, sociale e tecnologico; soprattutto, ci dimentichiamo che la bilancia fra bene e male pende a nostro favore e sarebbe proprio il caso di rivendicare tale bilancio con orgoglio.

Per chi è preso dal dubbio che siamo condannati alla decadenza e all’espiazione in quanto soprattutto rei di chissà quale nefandezza e torto verso chicchessia, la lettura può perfettamente prestarsi per un salutare ripasso e come terapia antidepressiva; poi ognuno può continuare a pensarla come vuole.

Personalmente non avevo bisogno dell’eccellente riassunto dei nostri meriti e neppure della saggia elencazione dei nostri problemi e delle nostre derive (il libro mi è stato infatti regalato), purtuttavia l’ho letto volentieri e sono lieto di raccomandarne a tutti la lettura.

Bravo Rampini!