martedì 7 dicembre 2021

Recensione: Uccidi per primo – La Storia segreta degli omicidi mirati di Israele

 "Uccidi per primo – La Storia segreta degli omicidi mirati di Israele”, di Ronen Bergman; titolo originale: “Rise and Kill first”; Traduzione di Sara Crimi e Laura Tasso; edizioni Mondadori, Isbn 978-88-04-70290-0.

Il saggio copre le gesta dei servizi di sicurezza a partire dalla costituzione dello Stato di Israele fino ai giorni nostri (2010) ancorché riporti anche alcuni episodi precedenti e risalenti al periodo di occupazione inglese.

Molto preciso, spesso costruito sulla base di una solida documentazione e di testimonianze dirette, ben annotato e argomentato, non lascia dubitare della veridicità dei fatti che vengono riportati e, allo stesso tempo, può essere letto come un romanzo tanto coinvolgente quanto divisivo.

Il tema trattato è indubbiamente difficile da inquadrare perché, per definizione descrive affari “sporchi” e azioni spesso in contrasto non solo con le leggi ma anche con la morale e i sentimenti comuni; questo però è esattamente il “terreno di gioco” di questo tipo di organizzazioni che, appunto, spesso e per necessità, si collocano in un limbo etico/normativo.

Detto ciò, sulla base del mio parere personale e, sembrerebbe, anche sulla base di ciò che pensa l’Autore, i fatti riportati nel saggio possono prestarsi, sul piano morale, ad una classificazione temporale che, seppur grossolana come tutte le categorizzazioni, io penso di aver percepito. Questa linea di demarcazione è costituita dall'invasione del Libano del 1982 (operazione “pace in Galilea”). C’è un “prima” dove si percepisce la volontà dello Stato d’Israele di sopravvivere in un contesto che lo vedeva oggettivamente svantaggiato e, di conseguenza, in questa ottica molti (mis)fatti, trovano agli occhi di un lettore imparziale una certa giustificazione; lentamente però emerge un “dopo” che vede uno Stato sempre più strutturato e forte assumere progressivamente una natura più imperialista ed egemone e allora, il baricentro morale tende a spostarsi...  

Questi però sono ovviamente i pensieri di chi può permettersi di esaminare i fatti mentre se ne sta comodamente seduto in poltrona ...

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