Oggi sulla Stampa è apparsa questa notizia:
che, se non altro,
sembra finalmente far palesare un possibile “happy ending” o quanto meno,
qualche tipo di ripensamento, alla nostra personale versione della favola dei “Vestiti
nuovi dell’Imperatore” (http://it.wikipedia.org/wiki/I_vestiti_nuovi_dell'imperatore),
nella quale, tutte le istituzioni vanno
avanti, apparentemente senza alcuna incertezza, lungo una china che sembra non
tener conto di alcun contesto oggettivo né dei dubbi che stanno emergendo da
più parti, né dei cambiamenti economici avvenuti negli ultimi decenni.
Dunque, finalmente una crepa in quella che, fino a ieri
appariva come una granitica facciata di stolidità; qualcuno di “istituzionale” finalmente
si chiede: “Converrà?”.
A questo punto, sarebbe meglio che, anch’io mi qualifichi
ideologicamente: Io non sono un NOTAV, anzi, sono un PROTAV (tiepido, a dire il
vero!) e, in questo momento scrivo dal TGV in viaggio fra Torino P.Susa (partenza
delle 7.39) con destinazione, mia e del treno, Gare de Lyon – Paris. Faccio
questo viaggio spesso e, vorrei tanto che durasse un paio di ore di meno! Da
qui la mia filia nei confronti dell’alta velocità (passeggeri).
Personalmente, penso che per maturare un giudizio riguardo
all’opportunità di quest’opera bisognerebbe prendere in considerazione elementi
diversi che, ho il dubbio, non siano stati sufficientemente valutati in passato,
posto che, negli ultimi vent’anni gli scenari si sono modificati sensibilmente.
innanzi tutto, quindi, facciamoci qualche domanda che, ha senso porsi al di là
delle problematiche sociali, culturali e ambientali che quest’opera pone in Val
di Susa (e che sarebbero comunque da valutare attentamente):
1)
Quando parliamo di TAV parliamo di mobilità
merci e persone, oppure solo della prima o della seconda? Ha senso comunque far
viaggiare le merci a 300 km orari? Quali merci richiedono tali velocità di
spostamento? (I gelati!? :-)).
2)
Siamo sicuri poi che, almeno per il tratto
italiano sia proprio necessaria l’alta velocità con una linea dedicata invece
che, non sia sufficiente la sola cosiddetta “Velocità Alta”, dove si definisce quest’ultima
come linea tradizionale dove i treni AV possano viaggiare a velocità sostenuta
(almeno 160 km orari)?
Comincio intanto a dire la mia sull’opera in sé.
Mi hanno insegnato in “Geografia Economica” che connettere
due punti (città, regioni, paesi …) alla lunga crea ricchezza; in sintesi,
costruire infrastrutture “paga”. Personalmente ci credo! Sembra una specie di
dogma, ma l’esperienza passata dimostra, in linea di principio, che è proprio
così! E’ stato così per la ferrovia intercontinentale che ha collegato la costa
Ovest a quella Est degli USA, per la Transiberiana, per l’Eurotunnel e …, per
il traforo del Frejus che il buon Camillo Benso Conte di Cavour ha voluto, fra
le tante polemiche, e che non si può negare sia stato utile.
Dunque, cominciamo a dire che fare e/o migliorare infrastrutture
in luoghi opportuni, in linea di principio è utile (ai più, non a tutti,
ovviamente!), semmai, il problema è valutare cosa e quanto cambiare o
migliorare quando si abbiano già tali infrastrutture e ti tocca prendere in
considerazione uno scenario di costi benefici che tenga presente contesti un po’
più complicati delle sterminate e relativamente spopolate pianure dell’Ovest
americano o le lande ghiacciate della Siberia Orientale(tra l’altro, come sanno quelli un po’ informati, anche quelle non furono passeggiate senza problemi e prive di “perdite collaterali” in termine di capitale economico e
umano!).
Passiamo a questo punto ad analizzare alcuni
aspetti critici legati in specifico all’alta velocità merci (il cuore del
progetto), premettendo che non sono un tecnico e, pertanto potrei sbagliarmi.
Da quanto ne so io (leggete ad esempio: "Binario Morto: Lisbona – Kiev, alla
scoperta del corridoio 5 e dell’alta velocità che non c’è”, di Andrea De
Benedetti e Luca Rastello, edizioni Chiarelettere, ISBN: 978-88-6190-375-3), l’AV
merci è semplicemente una chimera, ma in questo caso, sarebbe meglio definirla meno
nobilmente come una “bufala” pazzesca. Ad esempio, parrebbe che sopra velocità tutto
sommato assai modeste (circa 70 – 80 km/h) l’usura del materiale ferroviario
renderebbe questo metodo di trasporto assolutamente antieconomico. Sarà vero? Non
sono in grado personalmente né di confermarlo né di smentirlo, ma, mi
piacerebbe sinceramente che dei tecnici delle ferrovie si esprimessero
chiaramente su questo punto! Dicendo: “State cheti! Possiamo tranquillamente
portarvi le vostre fragole spagnole a 500 km/h abbattendo persino i costi di
trasporto!”. Alla parola “abbattendo persino i costi di trasporto” tacerei di
colpo, anche se, sotto sotto, continuerei a nutrire qualche dubbio sui costi
(economici, sociali e ambientali), il merito e l’opportunità di battere il
record di velocità di consegna della fragola iberica che, insieme al tarocco
siciliano giunge da tempo sulle nostre tavole a costi accettabili e in tempi
sopportabili; in sintesi, temo che continuerei a chiedermi ancora cosa vale
veramente la pena di trasportare così velocemente fino a Kiev! Ma pazienza!
Per la
velocità passeggeri (che continuo a non capire se sia effettivamente prevista!)
invece, sarei un fan sfegatato, non fosse per altro che devo farmi Torino –
Parigi almeno un paio di volte al mese se non di più! Questo, potrebbe
sembrare, a prima vista, puro egoismo, vorrei però che i miei possibili critici
valutassero i benefici che l’AV passeggeri ha portato in altri luoghi, in
particolare la Francia e la Spagna, ma anche nella stessa Italia, come potranno
testimoniare coloro che viaggiano spesso fra Torino e Milano (io!) e fra Milano
e Roma.
Tornando
alla Milano – Parigi passeggeri, però, posto di volerla fare, forse si potrebbe
prendere in considerazione una linea mista che preveda l’AV Milano – Torino che
c’è già (attualmente il TGV percorre la linea tradizionale il che già comporta
almeno 40 min di ritardo rispetto alla AV TO-MI) e che, a partire da Torino si immetta in una
linea ammodernata/nuova/potenziata di “velocità decente” (la definiamo così!?)
che, a sua volta, entri su una linea AV a partire dal suolo francese che
permetta la velocità “smodata” (citazione dal film “Balle Spaziali”). Già solo
questo, penso, farebbe risparmiare almeno un paio d’ore (sulle più di 6
necessarie oggigiorno) il che sarebbe, a pare mio, già un risultato accettabile
e che, magari, può essere ottenuto a
costi non enormi e magari persino senza necessariamente sventrare un’intera vallata. E’ ovvio
che questo è un semplice suggerimento, non so se quest’ipotesi è mai stata
presa seriamente in considerazione in una delle tante varianti del progetto e
non so nemmeno se essa sarebbe realizzabile perché, l’ho premesso, non sono un
tecnico ma solo un pendolare (per definizione, quindi, “persona informata sui
fatti” :-)). Aggiungo però che, in linea di principio,
se questa ipotesi fosse percorribile a costi accettabili, non penso che ci sarebbero poi grossi problemi
a far viaggiare su di essa anche camion e merci.
In sintesi,
sarebbe bene fermarsi a ripensare un po’ al progetto che, forse, è da rivedere profondamente (io
personalmente, non penso che sia, invece, da abbandonare) nei suoi obiettivi,
nelle sue priorità e nelle sue modalità di realizzazione. Nel frattempo, sarebbe
anche opportuno smettere di prendere a manganellate i valligiani, quest’atteggiamento,
infatti, potrebbe anche essere
cinicamente necessario nel momento in cui si è assolutamente convinti della
bontà del progetto, ma non è né utile né giustificabili nel momento in cui
emergono dubbi da ogni parte e, per giunta, anche dagli “addetti ai lavori”.