mercoledì 5 marzo 2014

Recensione: Alamo – Per la Storia non fidatevi di Hollywood

“Alamo – Per la Storia non fidatevi di Hollywood”, titolo originale: “El Alamo”, di Paco Ignacio Taibo II, Traduzione di Pino Cacucci, edizioni Tropea, ISBN 978-88-558-0227-7.

L’Autore ricostruisce la vicenda dell’assedio di Alamo e dei principali scontri della guerra d’indipendenza texana del 1836, la battaglia di Coleto e la definitiva vittoria texana di San Jacinto. Gli scopi dell’opera sembrano plurimi perché PITII si pone sia l’obiettivo di dimostrare l’importanza di questi fatti nella costruzione del mito, della cultura ed anche di una certa retorica nord-americana, sia di rendere evidente quanta distanza esista fra l’ambiente storico e i fatti reali rispetto a quanto sia stato invece riproposto nell’ampia produzione letteraria e, soprattutto, cinematografica, riguardo questi avvenimenti.
L’opera si sviluppa attraverso una dettagliata descrizione dei principali protagonisti e un’attenta ricostruzione della situazione fisica e politica nella quale avvennero i fatti, inframmezzando però molti personaggi, aneddoti e siparietti minori e condendo il tutto con uno stile velato da una dissacrante quanto giustificata ironia.
Personalmente, non sono molto esperto di queste vicende storiche ma, a mio parere, PITII riesce a ricondurre i fatti e i personaggi a quello che erano, senza risparmiare nessuno, né i messicani, né i texani.
La guerra d’indipendenza è dunque presentata per quello che doveva essere, cioè una serie di moti promossi da immigrati dell’ultima ora, ma soprattutto, da schiavisti, avventurieri e speculatori di ogni risma contro un governo centrale che, effettivamente era lontano, assente e corrotto, ma pur sempre meno incivile rispetto agli standard morali dei cosiddetti padri fondatori dell’indipendenza texana. Tutti i personaggi principali della vicenda di parte texana: William Travis, Jim Bowie, Davy Crocket, James Fannin e Sam Huston vengono ridotti a quel che erano, una manica di falliti, vagabondi, fuggitivi, farabutti, violenti, truffatori e alcolizzati che nessuno vorrebbe come vicini di casa; e, ovviamente, ma questo già lo sapevamo, anche il generale Antonio Lòpez de Santa Anna non ci fa una migliore figura. Altro che cappello di castoro e indomito coraggio in nome della libertà!

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.