giovedì 17 febbraio 2011

Recensione: La banalità del male

“La banalità del male”, titolo originale “Eichmann in Jerusalem”, editore Feltrinelli, ISBN 978-88-07-81640-8. Si tratta di un famosissimo saggio che descrive il processo ad uno dei massimi responsabili “operativi” della soluzione finale, Adolph Eichmann. Eichmann viene catturato a Buenos Aires nella primavera del 1960 da un commando israeliano, tradotto in Palestina e qui processato per: “Crimini contro il popolo ebraico, crimini contro l’umanità e crimini di guerra”. Il verdetto finale sarà la condanna a morte mediante impiccagione. La Arendt si reca a Gerusalemme come inviata del New Yorker per assistere al'evento. L’autrice osserva criticamente sia il convenuto sia il processo; il primo apparirà più che altro come un grigio, modesto e appunto “banale” burocrate, il secondo non potrà sfuggire alla critica di spettacolarizzazione, effetto per altro previsto e voluto dalla leadership sionista di allora e chiaramente riscontrabile nonostante il genuino impegno dei giudici per mantenere il dibattimento nell’ambito della ricerca di un giudizio “giusto”. Alla fine il libro, veramente molto bello, lascia il lettore stupito e a disagio; per molti versi, infatti, sembra più voler indirizzare l’attenzione sul tema assai scabroso del collaborazionismo ebraico, soprattutto di matrice sionista, e sul clima di generale antisemitismo che pervadeva l’intera cultura europea dell’epoca, rispetto a quanto non si soffermi sulla mediocrità e sulla pochezza del convenuto, il quale, nella sua totale opacità e stolidità appare a tratti grottescamente comprensibile e persino quasi giustificabile, dato il contesto in cui svolgeva le proprie azioni! Eichmann, dal mio punto di vista, non è dipinto come un mostro (questo infatti sarebbe in un qualche modo "rassicurante" per noi!), appare invece anche troppo conforme alla più cruda e veritiera immagine del “banale” uomo comune, che nel suo più totale vuoto interiore semplicemente non si pone domande e si adegua a svolgere il suo tedioso lavoro burocratico qualsiasi esso sia, forse anche lo sterminio di suoi simili.

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