venerdì 28 gennaio 2011

Recensione: Operaie

“Operaie”, titolo originale “Factory girls – From Village to City in a Changing China”, di Leslie T.Chang, edizioni Adelphi, ISBN 978-88-459-2482-8. L’autrice è una sino-americana corrispondente per il Wall Street Journal che, dalla seconda metà degli anni novanta fino ai giorni nostri raccoglie documentazione, testimonianze ed interviste riguardo al fenomeno dell’immigrazione interna cinese che si sposta dalle campagne verso le zone economiche speciali e verso le grandi città interessate dallo sviluppo industriale accelerato dell’ultimo trentennio. L’indagine è coniugata al femminile e tratta soprattutto dell’immigrazione delle giovani donne, che non solo sembra caratterizzarsi come prevalente rispetto a quella maschile (gli addetti di molte industrie manifatturiere sono soprattutto e preferibilmente di sesso femminile, spiega l’autrice!), ma che, nella sua peculiarità ha messo in moto non solo cambiamenti economici ma anche sociali, per esempio mettendo in crisi la millenaria struttura patriarcale della famiglia cinese tradizionale. Il libro è molto bello nonché profondamente umano, molto distante dalla fredda indagine statistica e scientifica; nel corso dell’indagine, infatti, la giornalista stringe vincoli che divengono nel tempo profondi rapporti di confidenza e di amicizia e che forniscono all’autrice l’occasione di introdursi come ospite nelle famiglie di origine delle migranti, permettendogli così di toccare con mano gli effetti dell’immigrazione sul tessuto sociale della provincia cinese. Nel frattempo però anche l’autrice finisce per sentire il richiamo delle proprie radici; inizialmente totalmente ignorante della propria storia famigliare essa riesce a ricostruire la sua genealogia e le vicissitudini dei propri predecessori, contribuendo infine a ristabilire verità, riabilitare eroi misconosciuti e a rendere giustizia ai propri avi.

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