"C’era una volta
Gaza – Vita e morte del popolo palestinese”, di Valerio Nicolosi; edizioni
Rizzoli; Isbn 978-88-17-19019-0.
L’Autore descrive attraverso
le sue esperienze dirette la situazione di Gaza, Cisgiordania, Gerusalemme Est
e Libano dando visione delle indubbie ragioni che sussistono di parte del
popolo palestinese.
Il quadro che ne esce è
tanto tragico quanto ovvio e riporta la situazione di distruzione e privazione
dei diritti che caratterizza queste aree.
Chiaramente il resoconto
è toccante ed è l’ennesima dimostrazione di come sia difficile individuare una
soluzione soddisfacente per addivenire ad una soluzione equa e bilanciata che
metta d’accordo le istanze di sicurezza e il diritto di sopravvivenza dello
Stato d’Israele con quelle altrettanto valide del popolo palestinese.
A titolo personale ritengo
che gli Accordi di Oslo costituissero una buona base di partenza per intraprendere
il difficile cammino verso la pace e la convivenza, essi però hanno lasciato
non pochi punti irrisolti (Es.: confini; questione dei coloni; limiti,
estensione e autonomia dell’autorità politica palestinese; ecc.) e non sembra
che esista una vera volontà politica internazionale e delle parti in causa per
permetterne un’attuazione sostanziale degli stessi ed un’evoluzione degli
accordi che faccia migliorare la situazione.
Quello che a me sembra
chiaro è che la situazione non migliorerà senza un intervento esterno più
incisivo che, sostanzialmente, obblighi le parti ad intraprendere un percorso di
riappacificazione “sotto tutela” che sarebbe necessariamente lungo.
In questo momento,
invece, prevale la “legge del più forte” e, la cattiva notizia per il popolo
palestinese è che il più forte è indubbiamente lo Stato d’Israele.