"Il prigioniero libero” di Giuseppe Trautteur, editrice Adelphi,
ISBN 978-88-459-3514-5.
Esiste la liberà scelta? Esiste il libero arbitrio? E, di conseguenza,
esiste il principio di “responsabilità”?
Sul piano scientifico, fisico, biologico, medico questi interrogativi
appaiono privi di sostanza, ed anzi, gli studi neurologici recenti sembrano
propensi ad attribuire ai nostri comportamenti un certo “determinismo”. L’accettazione
sociale e sul piano giuridico di questi concetti potrebbe dunque comportare uno
stravolgimento ed un completo cambio di paradigma del nostro modo di giudicare
l’altrui operato.
Questo, mi pare essere il “succo” di questo breve saggio. L’uso del termine
“mi pare” risulta doveroso perché, devo ammettere di aver incontrato una certa
difficoltà a seguire tutto il filo del discorso.
Ritengo che il peggiore difetto di quest’opera sia proprio la sua brevità,
nel senso che molti approfondimenti siano demandati direttamente a delle note
che rimandano ad articoli, saggi ed interventi che il lettore dovrebbe pazientemente
cercare, leggere e approfondire per potersi muovere agevolmente nel contesto. Tutto
ciò supera ampiamente la disponibilità di tempo che può mettere a disposizione
un semplice curioso.